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L’Inter è partita ieri alle14,30 dalla Pinetina per Catania senza Antonio Cassano non convocato: «Per scelta mia», ha precisato Andrea Stramaccioni. La scelta sua, invitato a dare una spiegazione meno ermetica, Strama l’ha motivata: «Non equivale a una sospensione, è una mia decisione e basta. D’altra parte Cassano nelle ultime sette gare è quello con minutaggio più alto. Non convocarlo resta una mia scelta. Adesso però non vorrei che questa vigilia di campionato importantissima si trasformasse in una conferenza su quanto è accaduto venerdì».
Perché venerdì qualcosa è successo e anche qualcosa di grosso fra Strama e Cassano,sarà anche vero che non sono arrivatiallo scontro fisico ma il diverbio più che animato iniziato al termine dell’allenamento è proseguito in spogliatoio e grazieall’intervento di alcuni giocatori, non è degenerato. «Tutto va riportato nei binari delle cose che possono succedere in qualsiasi spogliatoio di serie A - ha raccontato Strama -. C’è stata una discussione. Chissà quante altre ce ne sono state e nessuno lo ha mai saputo».
Sinceramente non si ricorda di un giocatore abile e arruolabile che non sia finito almeno in tribuna. La non convocazione diCassano tradisce evidentemente una sanzione disciplinare, e conoscendo i duellanti, con più che probabili ritorni nei prossimigiorni. «Chi l’ha fatta uscire non vuole bene all’Inter», ha sentenziato Strama. Un messaggio chiaro a qualcuno.
Stramalo sa chi è stato? Non Cassano e neppure qualcuno del suo clan. Anzi il fantasista sarebbe furibondo, convinto che chi ha fatto la soffiata lo abbia volutamente e forzatamente messo in mezzo. Una settimana iniziata con l’ottimismo degli ultimi minuti del derby che il Milan ha addirittura rischiato di andare a perdere,si è trasformata in una settimana pesante. Da Carew a Cassano i giorni sono volati.
Mine disseminate in tutti i reparti ma soprattutto davanti: «Credo che per come si siano messe le cose, e soprattutto se l’Inter dovesse continuare in Europa league, vedremo sempre più una squadra a una sola punta»,ha detto Stramaccioni. A Catania ci sono Palacio, Rocchi e il baby Colombi con una nota a margine perché neppure la Primavera, straordinario serbatoio inutilizzato dal club, non sembra più dare garanzie nel settore bomber.
La scorsa stagione i vari Longo e Livaja lasciavano la sensazione forte di poter dare un contributo importante alla prima squadra. Sensazione che ora non si avverte, la Primavera non dà grandi soddisfazioni e l’attacco nerazzurro è fra i meno prolifici. In simili circostanze non convocare Cassano non è solo una notizia. Avrebbe detto ad alta voce, pochi passi dietro a Stramaccioni all’uscita dal campo di allenamento, qualche frase fuori luogo.
In genere gli altri ci ridono sopra e anche lui finisce col sedarsi. Venerdì evidentemente ha trovato qualcuno che non gliel’ha fatta passare: «Ma se tutto andrà bene e non ci saranno infortuni - ha volutofar sapere Strama - , Cassano sarà sicuramente tra i diciotto per Londra».
Il barese ha lasciato Appiano pochi minuti prima del pullman della squadra, dopo lungo colloquio con Branca e Ausilio. Scuro in volto, non si è fermato davanti ai tifosi che sostavano al cancello, ieri più numerosi del solito. Massimo Moratti non si è visto nel momento più tribulato di questo nuovo anno e tutto acquista un sapore che non lascia tranquilla la tifoseria.
La promessa di costruire un nuovo stadio abbinata alla minaccia di lasciare poi il club non può essere musica dolce. I tifosi vorrebbero gente che in campo corre, si sbatte, prima, durante e dopo. Seguono la squadra per vederla giocare.
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