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IlGiornale – Telefonata Fassone-Galliani lontano ricordo. Dopo Kondo altro derby

Francesco Parrone

La concorrenza è l’anima del calcio mercato. Così da quando il Milan hapreso a ruggire con il rilancio tecnico deciso da Silvio Berlusconi, anche l’ Inter è dovuta uscire dalle secche nelle quali si era cacciata e ha deciso di...

La concorrenza è l'anima del calcio mercato. Così da quando il Milan hapreso a ruggire con il rilancio tecnico deciso da Silvio Berlusconi, anche l' Inter è dovuta uscire dalle secche nelle quali si era cacciata e ha deciso di mettere al bando le prudenze e i calcoli del primo Thohir per rispondere colpo su colpo alla caccia grossa dei rossoneri. Certo una differenza fin qui si èvista: il Milan è partito dagli attaccanti, l' Inter ha rimodellato la squadra dalla difesa. E forse non poteva che essere cosi considerati i gusti calcistici di Berlusconi. Finché si è trattato di Jackson Martinez, dalle parti di Appiano Gentile non hanno fatto una piega. Ma appena le cronache hanno riferito e rilanciato del tentativo di riportare a Milanello Zlatan Ibrahimovic, beh allora in casa Inter è scattato l'allarme sotto la spinta delle proteste del tifo neroazzurro. Eppure non sono stati gli unici a rumoreggiare. Roberto Mancini da qualche settimana ha mostrato segni particolari di insoddisfazione e di nervosismo. Lui è abituato dall'esperienza inglese del Manchester City a gestire direttamente il mercato e a telefonare personalmente ai calciatori trattati dal club.

Accadde a gennaio scorso quando Inter e Milan si ritrovarono a rincorrere lo stesso obiettivo (Cerci) e si sta ripetendo la scena anche in queste ore allorquando Galliani e Ausilio si sono incrociati sulla pista di Kondogbia, il centrocampista del Monaco. Entrambi infatti, ieri, sono tornati a Monaco. Il primo a parlare col club, il secondo col giocatore. Infastidito dall'esito negativo della trattativa Bertolacci (riscattato dalla Roma), Galliani aveva infatti già fatto visita al giocatore giovedì. Alla cena, prenotata presso la terrazza dell'albergo Freemont, avevano partecipato il calciatore, parenti, amici e anche il suo agente nella speranza di vincere le resistenze edi ottenerela sospirata firma. Che non è arrivata proprio perché nel frattempo anche l' Inter si era rifatta avanti per tenere in vita la trattativa. Il Monaco d'altro canto ha giocato a carte scoperte e in modo trasparente: col Milan ha concluso l'accordo di massima relativo al costo dell'operazione (28 milioni più 2 di bonus in caso di scudetto) ma ha chiesto, prima di ratificare la cessione, di ottenere il consenso dell'interessato. Kondogbia ha promesso di sciogliere la riserva nei prossimi giorni.

Mancini è invece da tempo sul piede di guerra. Gli hanno promesso un mercato sontuoso per competere subito per lo scudetto, ha preparato la lista della spesa e adesso in mancanza di alcuni obiettivi segnalati (Yaya Touré, Benatia) saltati come birilli ha cominciato a spedire segnali di insofferenza in società. A qualche amico ha addirittura confidato che se dovesse perdere anche Kondogbia sarebbe pronto a un gesto clamoroso, tipo di missioni. Per questo motivo, la societá neroazzurra è tornata sotto con il centrocampista ritoccando al rialzo la proposta di stipendio e da qui il viaggio di Ausilio di ieri. Galliani comunque è stato chiaro: «Non sono nè ottimista, nè pessimista, ma non mi muoverò da Montecarlo. C’è anche l’Inter? Posso dire solo che si è inserita anche la Juve...». L' Inter, con i mezzi ridotti a disposizione, non è stata comunque con le mani in mano: ha già acquistato Murillo e Miranda, un colombiano giovane e un brasiliano d'esperienza, per puntellare la difesa. Ieri ha annunciato l'arrivo, richiesto dal tecnico, di Dejan Stankovic, un esponente della squadra del triplete con l'incarico di club manager, un inedito che sta a mezza strada tra il team manager e il collegamento diretto con la societá, un ruolo formalmente in passato affidato prima a Cordoba e poi all'ex arbitro Romeo congedato anche perché inviso alla stessa classe arbitrale per alcuni episodi (è stato espulso una voltaper eccesso di proteste). Mancini però ha bisogno di molto altro, aveva chiesto 9 elementi per rivoltare come un calzino l'attuale rosa da cui non sono ancora usciti quei calciatori in evidente esubero. 

Il derby milanese è destinato a replicarsi anche su un'altra pista: Jovetic, l'attaccante che fu della Fiorentina, e che a Manchester non ha mai incantato, è tornato sul mercato. Lo rincorrono sia Inter che Milan. Per gli uni è la seconda punta che potrebbe affiancare Martinez nel caso Ibra dovesse davvero finire col restare Parigi ancora un anno, per gli altri è uno dei rinforziri chiesti da Mancini. Anche qui perciò si è fatta sotto l' Inter. Per la serie il derby di Milano è cominciato molto prima del previsto. E della famosa telefonata di Galliani a Fassone per far sapere che il Milan non avrebbe interferito nella trattativa di Miranda è rimasto solo un lontano ricordo.