ultimora

IlMessaggero – Il derby rispecchia lo stato dei sue club. Obi salva Mancini…

Francesco Parrone

Roberto Mancini si immaginava un derby diverso. A salvare il suo esordio ci pensa Obi, centrocampista classe 1991 cresciuto nel vivaio del club di corso Vittorio Emanuele. Al di là del risultato, 1-1, sono stati troppi gli errori delle due...

Roberto Mancini si immaginava un derby diverso. A salvare il suo esordio ci pensa Obi, centrocampista classe 1991 cresciuto nel vivaio del club di corso Vittorio Emanuele. Al di là del risultato, 1-1, sono stati troppi gli errori delle due squadre in un San Siro stracolmo come ormai da temponon capitava. Il ritorno del Mancio, emozionato ed elegante come già avevamo potuto apprezzare il giorno della sua conferenza stampa di presentazione (15 novembre), non coincide così con la vittoria di Ranocchia e compagni, ma dopo il vantaggio rossonero firmato da Menez nel primo tempo c'è stata una reazione importante da parte dei nerazzurri. Anche se per lo spettacolo è meglio rivolgersi altrove. Questo derby è stata un po' la sintesi di come stanno realmente, in termini di condizione atletica, le due squadre milanesi.

SULLA DIFENSIVA - Nell'Inter è proprio Obi a vincere il ballottaggio a centrocampo, con M'Vila in panchina. Il nigeriano gioca mezz'ala con Kuzmanovic davanti alla difesa. Mancini sceglie il 4-3-3, ma in fase di non possesso è un 4-5-1 con Palacio e Kovacic, giocatori di qualità e talento, a cercare di fermare il gioco di El Shaarawy e Bonaventura. Una squadra che invece di attaccare pensa a non fare giocare il Milan. Almeno nel primo tempo. Da parte sua, Inzaghi conferma quanto già si sapeva alla vigilia. Torres in campo come unica punta, supportato dal trio Bonaventura-Menez-El Shaarawy. A centrocampo è tutta una media Ghana style con Muntari ed Essien (cori razzisti contro di lui al momento del cambio). In difesa è invece Rami a giocare come terzino, con Zapata al centro insieme a Mexes e De Sciglio confermato a sinistra.

ERRORE GRAVE - Pronto via e dopo 40 secondi Mexes atterra Icardi a pochi metri dall'area. L'arbitro Guida lascia correre, ma ci sarebbe stato il fallo e il cartellino rosso perché il francese, ultimo uomo, ferma una chiara occasione da rete. Ma si prosegue e al 3', per pochi secondi, i tifosi nerazzurri della Curva Nord fanno partire i primi ululati razzisti nei confronti di Essien, a terra in area per un contrasto con Juan Jesus (e anche al 21' della ripresa quando il ghanese mette una mano in faccia a Obi). La prima fiammata delmatch la regala l' Inter. Muntari perde palla a centrocampo, Icardi si invola verso l'area e sbaglia clamorosamente un gol già fatto. Qui è bravo Diego Lopez a fermare l'argentino con un'uscita bassa. Siamo all'8' e sembra di intravedere davvero l'Inter di Mancini (applaudito dalla Curva Nord quando lo speaker, alla lettura delle formazioni, ha pronunciato il suo nome). Diego Lopez si ripete all'11' su un tiro di Guarin. Al 13' attimi di paura per Dodò che cade a terra, con il viso pieno di sangue, dopo uno scontro con Guarin. Il risultato cambia al 23'. Azione molto bella del Milan (una delle poche in questa partita davvero povera): scambio veloce tra El Shaarawy ed Essien, cross basso dell'attaccante e piatto al volo di Menez che sorprende Handanovic. Nella ripresa l'Inter cambia ritmo e appare fin da subito più agguerrita. Già al 9' i nerazzurri sfiorano il pari con Kuzmanovic, ma Diego Lopez respinge. Nella ribattuta nasce un parapiglia risolto da Icardi che manda sopra la traversa. È solo il preludio al pari interista. Zapata sbaglia al limite dell'area, la palla arriva a Obi che fa partire un rasoterra insidioso che si infila alle spalle di Diego Lopez. La gara perde di intensità fino alla traversa di El Shaarawy (31'), ben imbeccato da Bonaventura, e il tiro di Honda, subentrato da qualche minuto a Honda. Risponde Icardi scheggiando la traversa, ma termina 1-1, un risultato che rispecchia lo stato atletico nel quale versano le due squadre di Milano.