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ilMessaggero – Mazzarri e Garcia, i tecnici che hanno rigenerato le due deluse

Francesco Parrone

Garcia e Mazzarri, scupolosi e perfezionisti come sono, passano diverse ore a studiare le loro squadre e quelle avversarie. Nessuno ci dirà mai chi, tra i due, abbia visto più dvd da quando hanno iniziato la nuova avventura. Ma di sicuro, fin...

Garcia e Mazzarri, scupolosi e perfezionisti come sono, passano diverse ore a studiare le loro squadre e quelle avversarie. Nessuno ci dirà mai chi, tra i due, abbia visto più dvd da quando hanno iniziato la nuova avventura. Ma di sicuro, fin dai primi giorni di lavoro, la loro è stata un’autentica full immersion. Con convinzione sono andati a riprendere sul fondo, toccato la scorsa stagione, le due grandi deluse tra le big della serie A. Il club di Moratti, dopo 13 anni, è uscito dall’Europa: non accadeva dal torneo ’98-’99. Piazzamento deprimente: nono posto. La società di Pallotta, esclusa dalle coppe continentali per 2 anni di fila, ha fatto poco di più: sesto posto. Anche se poi ha subìto lamazzata della Coppa Italia, lasciata in finale alla Lazio. Rudi il capolista e Walter l’inseguitore, però, hanno già lasciato il segno. I giallorossi hanno 10 punti in più e i nerazzurri 2: tra le grandi, sono le uniche che stanno andando più forte. Le due formazioni hanno una fisionomia tattica ben precisa: 4-3-3 il primo, 3-5-1-1 il secondo.

IL METODO -Mazzarri interviene soprattutto dopo una gara. Garcia, quando è possibile, durante. Sono entrambi meticolosi nella preparazione di una partita. Ma,come si è visto a Livorno nella sera del debutto in campionato, Rudi si è attaccato al telefono già nel primo tempo per chiedere al vice Bompard, in tribuna con il videoanalyst Beccacioli, che cosa stava cambiando il colle a Nicola. Walter, invece, dopo un match, va subito a casa a guardarsi gli errori dei suoi giocatori. Si scrive ogni movimento sbagliato, passa la notte davanti alle immagini e il giorno dopo le analizza con il gruppo. Quando serve si rivolge al singolo, proponendo un’azione o una posizione su cui lavorare in settimana.

LE SCELTE - Oltre al sistema di gioco, sempre lo stesso in queste 6 partite, sia Garcia che Mazzarri hanno una squadra base. I titolari sono più o meno quelli, in particolare nei settori che per entrambi hanno la priorità, la difesa e l’attacco. Il portiere titolare e davanti gli stessi giocatori. Cambiasso come De Rossi davanti alla difesa, due intermedi fissi come Taider e Guarin da una parte e Pjanic e Strootman dall’altra. La rotazione la fanno davanti. Nel suo tridente Rudi ha alternato Totti e Florenzi, i due che cinque volte su sei sono partiti dall’inizio, Gervinho, terzo sul podio, e a seguire Borriello, Ljajic e Marquinho. Walter gioca con una punta: il prescelto è Palacio, quindi di movimento, l’alternativa Belfodil, come è successo a Trieste, domenica contro il Cagliari, ma pure Icardi e Milito. Da trequartista Alvarez e a volte Kovacic come cambio. Sono 18 i giocatori utilizzati dal francese di Nemours, nessuno ne ha usati meno, e 19 quelli impiegati dal toscano di San Vincenzo, il più conservatore rispetto agli altri colleghi che allenano le grandi. Il mercato della Roma è stato certamente più spettacolare e anche più influente. Dei sette acquisti, cinque sono sempre titolari e il sesto, per ora Ljajic, è spesso il dodicesimo uomo. Solo Jedvaj deve ancora debuttare. Quello dell’Inter, pur avendo avuto un saldo negativo rispetto a quello giallorosso che è stato attivo con dismissioni eccellenti (Lamela e Marquinhos su tutti), incide meno. Solo Taider e Campagnaro, quest’ultimo arrivato a costo zero, sono titolari. Belfodil e Icardi, al momento, riserve.

NON SOLO PAROLE - «Sono uscito per ultimo da Appiano anche oggi perché il lavoro è sempre al primo posto. A casa vado a riposare e non a festeggiare» ha chiarito ieri Mazzarri, ai microfoni di Sky, nel giorno del suo 52° compleanno. Aggiungendo: «Nessun regalo, voglio solo che i ragazzi continuino a fare quello che hanno fatto sin qui. Va tutto nel migliore dei modi». E’ lo stesso entusiasmo che Garcia mostra quotidianamente a Trigoria, come ha raccontato al Tg1: «Non interessa a nessuno la mia vita privata, io parlo del mio lavoro. La cosa più importante è che ogni giocatore si senta considerato dal proprio allenatore. Parlo con tutti, per me giovani e meno giovani sono uguali perchè abbiamo bisogno di tutti. Uno che sta in panchina oggi sarà titolare domani, faremo una grande stagione solo se saremo tutti insieme. Il gruppo è sopra a tutto. E ho cercato di far capire ai giocatori che la fiducia è fondamentale: ci sono regole come a casa e, poco a poco, mi sembra che adesso questa rosa, anche con la società, sia più una famiglia che un club. Sono contento di affrontare sabato l'Inter: faccio questo mestiere per vivere grandi partite. Quello che più mi piace è vedere la gioia dei miei giocatori quando facciamo un gol o vinciamo una partita».