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Il momento da incubo dell'Inter prosegue e questa volta si materializza sotto forma del nuovo asso nella manica del Ct Antonio Conte. Parliamo di Eder, letale nel castigare Handanovic con una gran punizione poco prima di metà secondo tempo. Dopo l'eliminazione dall'Europa League arriva una pesantissima, anche se non del tutto meritata, sconfitta a Marassi. La Sampdoria e Mihajlovic fanno davvero un brutto regalo all'amico Mancini. Con questo successo i blucerchiati, bravi a saper soffrire e a colpire l'avversaria nel suo momento migliore, mettono le mani almeno sulla qualificazione in Europa League che a questo punto si fa difficilissima per l'Inter, distante 11 punti. La febbre di Santon costringe il tecnico interista, già in piena emergenza terzini, a rivoluzionare la difesa. Vidic centrale, Juan Jesus spostato a sinistra. Per la diga del centrocampo blucerchiato, Mihajlovic sceglie Acquah e non Obiang. Il possesso palla si profila inizialmente come la principale arma nerazzurra. Lunghi fraseggi, spesso per vie orizzontali, e solita difficoltà nel trovare la profondità. Qualcosa che, invece, la Sampdoria possiede nelle corde di un attacco veloce dove la fonte di maggior pericolo è sempre rappresentata da un Eder ispiratissimo oltre che motivato dalla prima chiamata azzurra di Conte. Che dire poi delle pene infernali cui si sottopone Ranocchia, uno dei principali bersagli delle critiche dei tifosi nelle ultime settimane, per fermare Muriel. Lampante quanto accade, per esempio, al 36' con il colombiano, in ripartenza, con 40 metri palla al piede con il difensore nerazzurro che nemmeno aggrappandosi riesce a frenarlo. Fortuna per Handanovic che la mira, nel primo tempo, costituisca il grandissimo limite del tridente di Mihajlovic. Eto'o, come nelle ultime due partite contro Cagliari e Roma, si sacrifica tra le linee di centrocampo e attacco. Nell' Inter Guarin si dimostra pedina fondamentale dello scacchiere di Mancini. Dà una sostanziale mano in fase di rottura e più volte innesca felicemente un Icardi a cui, però, Silvestre concede veramente pochissimo respiro. Pienamente recuperato Shaqiri, l'unico in grado di spaziare su tutto il fronte d'attacco ed amettere al centro palloni potenzialmente preziosi per la punta argentina.
LA RIPRESA - Completamente diverso l'atteggiamento dell'Inter nella ripresa. La circolazione di palla, da lenta, diventa rapida ed efficace senza dare punti di riferimento alla Samp. L'uscita di un ottimo Acquah, frenato da problemi fisici e rilevato da Obiang, costituisce poi una tegola importante per Mihajlovic. Guarin e Shaqiri, già protagonisti di un buon primo tempo, salgono in cattedra. Quattro grandi occasioni nel giro di 10 minuti. Su tutte, una traversa colpita da Maurito. Nel suo momento migliore, però, l'Inter si ritrova castigata. E' Eder, al 20', a trasformare in maniera impeccabile un calcio di punizione conquistato da Soriano al termine della prima ripartenza blucerchiata della ripresa. Vantaggio non del tutto meritato, l'Inter subisce il contraccolpo. L'ingresso di Palacio per Brozovic non dà la scossa attesa da Mancini. Tiri da lontano, traversoni pericolosi ma ben controllati dalla difesa. L'ultimo pericolo arriva da Icardi in pieno recupero ma un colpo di reni di Viviano salva la Samp e ricaccia l'Inter nella depressione più totale.
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