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IlMessaggero – Ribaltone Inter: Thohir caccia Mazzarri. Ecco Mancio, pronto a cambiare tutto

La prima rivoluzione all’ Inter di Erick Thohir si chiama Roberto Mancini. È successo tutto nella mattinata di ieri con l’esonero di Walter Mazzarri, annunciatoprima delle 11 da Sky, e l’arrivo del Mancio per la sua seconda...

Francesco Parrone

La prima rivoluzione all' Inter di Erick Thohir si chiama Roberto Mancini. È successo tutto nella mattinata di ieri con l'esonero di Walter Mazzarri, annunciatoprima delle 11 da Sky, e l'arrivo del Mancio per la sua seconda avventura dopo il quadriennio 2004-2008, anche ricco di successi. Un segnale di duplice svolta: di distensione con Massimo Moratti dopo i problemi delle scorse settimane (c'è da affrontare ancora il discorso legato a una nuova ricapitalizzazione) e la voglia di ridare entusiasmo a una piazza depressa e in crisi di gioco e risultati. In quei quattro anni Mancini ha lasciato un bellissimo ricordo in corso Vittorio Emanuele e ad Appiano Gentile. Oggi ci sarà la firma su un contratto di due anni emezzo a quattro milioni di euro a stagione e la presentazione. Poi si potrà cominciare a parlare di nuova Inter, di nuova epoca, a pochi giorni dal derby contro il Milan. Miglior ritorno non ci poteva essere. «Per me è una nuova stimolante sfida, sono contento di riabbracciare i tifosi nerazzurri», il pensiero di Mancini su Twitter.

RIVOLUZIONE TATTICA - Ma cosa succederà adesso? Nel giorno del suo secondo insediamento alla Pinetina, Mancini farà le sue valutazioni,ma ha già le idee chiare di comedovrà essere, con questi uomini a disposizione, la sua Inter. In primis, si tornerà alla difesa a quattro, poi si metterà in campotutta la qualità tecnica che i nerazzurri hanno in rosa e che Walter Mazzarri non ha sfruttato nel migliore dei modi, complici anche i diversi infortuni. Il sistema di gioco manciniano prevede il 4-3-1-2 con in campo il trequartista. Il ritorno alla difesa a quattro farà felice Vidic, che al Manchester United ha sempre giocato così e comunque dovrà giocarsi il posto con Ranocchia e Juan Jesus, anche se il brasiliano può essere schierato pure a sinistra. Ma sulle fasce la scelta è ampia: Jonathan (quando sarà recuperato del tutto, non sarà disponibile per il derby del 23 novembre) e Nagatomo partono più avanti di tutti, ma non bisogna dimenticare la duttilità tattica del giapponese, capace di giocare anche a destra, e la presenza in rosa di Dodò e D'Ambrosio.

LA QUALITA' - In mezzo al campo si vedrà la seconda parte della rivoluzione manciniana. Se in difesa si va verso la difesa a quattro, a centrocampo si va verso la contemporanea presenza di Guarin (mezz'ala destra), Hernanes (davanti alla difesa, ma può giocare come mezz'ala sinistra con Medel a fare il playmaker) e Kovacic. Il numero 10 come trequartista che è poi la posizione in campo che ricopre nella sua Nazionale, che domani sera sfiderà l'Italia a San Siro. Davanti spazio a Icardi e uno tra Osvaldo e Palacio.

I RECUPERI - Sarà compito di Mancini recuperare il numero 8 nerazzurro che quest'anno non ha mai segnato e con la testa è rimasto all'errore sottoporta della finale Mondiale contro la Germania. Al di là di questi discorsi tattici, c'è quindi da segnalare la svolta data nella mattinata di ieri da Erick Thohir con tanto di annuncio dell'arrivo di Mancini pubblicato sul sito ufficiale nel pomeriggio. Dopo l'esonero, l'allenamento è stato guidato da Beppe Baresi, mentre Mazzarri si è presentato ad Appiano Gentile e, commosso, ha salutato la squadra. «Mi spiace per lui, sicuramente ha messo il massimo per far bene. Sono felice per Mancini. Con lui ho vinto per primo, è molto bravo ed è un gran lavoratore e in questo momento è un aspetto necessario. Thohir aveva in mente di farlo, non glielo ho proposto io. Inevitabile? Questo lo dovete chiedere più a lui che a me, ma credo che si fosse arrivati a questo punto », ha dichiarato Moratti sotto gli uffici della Saras. Una scelta fatta senza dimenticare il fairplay finanziario: «Ho preso la difficile decisione di sollevare dall' incarico Mazzarri. È stata una scelta difficile perché lui ci ha sempre sostenuto. Sono felice di dare il bentornato a Mancini. La sua carriera all'Inter, come altrove, parla per lui. Cercheremo di rinforzare la squadra a gennaio seguendo le sue indicazioni», le parole di Thohir che aveva già deciso qualche giorno fa. Il dg Marco Fassone e il ds Piero Ausilio avevano contattato il Mancio, che poi si è lasciato convincere dall'incontro con Moratti.