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Dal quotidiano il Messaggero il punto di casa Roma in vista della gara di domani sera contro i nerazzurri di Frank De Boer: "La ricerca continua. «Dobbiamo trovare un equilibrio nella prestazione» continua a ripetere Spalletti anche quando le cose, come l’altra sera con l’Astra Giurgiu, «sono andate giuste». Equilibrio: il Santo Graal degli allenatori. Chi lo trova normalmente non lo lascia più. Non è il caso di Lucio che dopo aver studiato la Roma per qualche settimana, lo scorso anno era riuscito a individuarlo adottando la formula del falso nueve (Perotti) con Nainggolan in veste di guastatore alla Perrotta. Ma era un’altra squadra: in difesa c’era almeno un terzino di ruolo (Digne) e in mediana la presenza congiunta di Pjanic e Keita permetteva alla Roma di essere una squadra offensiva ma equilibrata.
La solita rivoluzione estiva e qualche infortunio di troppo hanno cambiato le carte in tavola. Aspettando i rientri di Mario Rui (previsto a dicembre) e Ruediger (che comunque non va dimenticato è un centrale e non un esterno) la Roma sulle fasce difensive ha due ali: Florenzi e Peres. In mediana non ha più un regista (De Rossi ha caratteristiche diverse da un palleggiatore e Paredes che invece le avrebbe per ora si limita al compitino) e davanti ha cominciato a giocare con un centravanti di ruolo (Dzeko). Risultato: miglior attacco del campionato insieme al Napoli (14 reti) ma undicesima difesa (8 gol subiti) a pari merito con Sassuolo, Pescara ed Empoli.
IL 4-3-3, NO GRAZIE - Giovedì notte Spalletti ha spiegato chiaramente perché è stato costretto in corsa ad abbandonare il 4-3-3 per il 4-2-3-1: «È un modulo che ci permette di sfruttare i nostri giocatori. Mentre una mezzala avanza, l’altra aspetta e il trequartista sostiene la punta». Ma gli accorgimenti dopo il ko di Torino non finiscono qui. Ancora Lucio: «Jesus ha sostenuto Perotti, in modo tale che gli ha permesso di far vedere quello che sa fare. Poi è normale che se un terzino si apre un altro si chiude. Ci vogliono minimo cinque giocatori sotto palla per dare aggressione e creare poi le occasioni». Parole che nascondono lezioni di tattica ma che rappresentano delle indicazioni sulla squadra che affronterà l’ Inter. Già lo scorso anno il miss-match tra Perisic e Florenzi fu devastante per la Roma nel pareggio 1-1 all’ Olimpico. Appare difficile immaginare che, potendo ora i nerazzurri disporre anche di Candreva, Spalletti si schieri con la coppia di terzini Florenzi-Peres. Uno, presumibilmente il brasiliano, si accomoderà quindi in panchina.
DILEMMA EDIN - In mediana, nonostante De Rossi sia ancora leggermente favorito, Paredes spera. Non perché la prestazione con l’Astra Giurgiu abbia stropicciare gli occhi ma per il semplice motivo che nel 4-2-3-1 vicino a Strootman servirebbe (condizionale d’obbligo) un palleggiatore. Daniele, va ribadito, ha altre caratteristiche e non è un caso che in carriera il meglio di sé lo abbia dato vicino a Pizarro nella Roma e a Pirlo in nazionale. Con Nainggolan, che ha emmesso di non essere in palla, nel trio dei trequartisti, scatta l’altro dubbio legato alla formazione: Dzeko sì, Dzeko no? Il fatto che abbia riposato nel match di Europa League potrebbe far pensare che il bosniaco sia sicuramente della partita. In realtà ad oggi è più probabile che possa partire ancora una volta dalla panchina. La parola magica che spiega il tutto è la solita: equilibrio".
(Fonte: Stefano Carina, il Messaggero 01/10/2016)
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