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IlMessaggero vede catastrofi ovunque: “L’all in di Thohir e Mancini è doppio”

Francesco Parrone

Montella l’ha buttata lì. Con il sorriso e la chirurgica precisione dei suoi tiri a giro di una volta: «L’Inter ha fatto due colpi importanti. Ma vorrei anche capire come funziona questo fair play finanziario. Sembrava che non avessero...

Montella l’ha buttata lì. Con il sorriso e la chirurgica precisione dei suoi tiri a giro di una volta: «L’Inter ha fatto due colpi importanti. Ma vorrei anche capire come funziona questo fair play finanziario. Sembrava che non avessero risorse…». Già, come funziona? Mancini ha deviato in corner: «Non sono la persona adatta per dare questo tipo di risposte, ma se Vincenzo vuole può andare nella nostra sede e chiarirsi i dubbi. Finora abbiamo preso solo due giocatori in prestito». Come se i prestiti fossero gratuiti. Shaqiri è stato preso con obbligo di riscatto: 15 milioni più bonus, mica noccioline. Per Podolski invece il costo per sei mesi oscilla da 600.00 euro a 1 milione, a seconda dei risultati. Poi ci sono gli ingaggi, in entrambi i casi assai onerosi. Per non parlare dello stipendio di Mancini, che si aggiunge a quello di Mazzarri (fino a giugno 2016). Tutte spese che vanno a incidere su bilanci assai dissestati.

L’ESCAMOTAGE - In questo momento l’Inter è la società calcistica europea in assoluto messa peggio da un punto di vista economico-finanziario. Non è stata ancora fermata dall’Uefa soltanto perché l’anno scorso non aveva disputato le Coppe e perciò non era stata controllata. Sta peggio anche di Manchester City e Paris St. Germain: loro di risorse ne hanno anche troppe, il problema è che vengono finanziati irregolarmente dai proprietari arabi, drogano i bilanci con iniezioni illecite di capitali. L’Inter invece i soldi proprio non li ha, per parlare in termini terra terra. E allora, come i pokeristi con l’acqua alla gola, gli uomini di Thohir continuano a rilanciare. Una sorta di disperato “all in” alla ricerca di una scala reale che altro non è che la qualificazione alla Champions League.

L’ANCORA SALVEZZA - I dirigenti nerazzurri sperano cioè che i ricavi garantiti dalla prossima Champions siano sufficienti a frenare il dissesto, in qualche modo a cancellarlo agli occhi dell’Uefa. Ora, a parte il fatto che il terzo posto continua ad apparire un miraggio – Mancini peraltro finora ha ottenuto 9 punti in 7 partite alla media di 1,3, mentre Mazzarri viaggiava alla media di 1,45 punti a partita – e che comunque il terzo posto, come sa bene il Napoli, non vuole ancora dire Champions, se nel frattempo non sono state segretamente cambiate le regole del fair play finanziario, il futuro conta poco: sotto esame sono i bilanci degli esercizi delle ultime tre stagioni. E’ consentito un deficit complessivo non superiore ai 45 milioni, mentre il solo ultimo bilancio nerazzurro presenta una perdita di oltre 100 milioni. L’Inter sta cercando di convincere gli ispettori Uefa della consistenza del suo piano di rientro dal debito: un finanziamento di 230 milioni erogato da Unicredit per conto di investitori istituzionali stranieri, garantito dai contratti di sponsorizzazione,dal marchio e dai diritti tv. Una proceduta innovativa, quanto spericolata e non prevista dalle regole così come sono state congegnate. Insomma, Mancini e Thohir dovrebbero fare un doppio miracolo perché questo “all in” non si concluda con un’eliminazione dall’Europa.