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IlSecoloXIX – Beffa e rimpianti, Samp alla pari con l’Inter poi cade per un rigore…

Francesco Parrone

Un calcetto di Romagnoli sulla caviglia di Kuzmanovic e la vista lunga dell’addizionale Valeri hanno condannato la Sampdoria alla prima sconfitta stagionale. Dal dischetto Icardi non ha sbagliato, nonostante l’intuizione di Romero. Resiste il...

Un calcetto di Romagnoli sulla caviglia di Kuzmanovic e la vista lunga dell’addizionale Valeri hanno condannato la Sampdoria alla prima sconfitta stagionale. Dal dischetto Icardi non ha sbagliato, nonostante l’intuizione di Romero. Resiste il record di Vujadin Boskov, nove risultati utili consecutivi nelle prime nove giornate della stagione dello scudetto, e resiste anche il terzo posto, seppur incoabitazione con Udinese e Milan. Ma è una sconfitta che lascia l’amaro in bocca perché arrivata proprio all’ultimo minuto di una partita non brillantissima per la Samp, ma giocata comunque a viso aperto e alla pari e ormai avviata verso il pareggio.

Inter-Sampdoria è la terza contro l’ottava e a questo giro la terza non è l' Inter. È un confronto tra una squadra che cerca di adattarsi al gioco avversario anche in casa e una che invece cerca di vincere sempre e comunque attraverso il proprio gioco anche in trasferta. I precedenti però segnalano che Mihajlovic ha tendenzialmente sofferto l’atteggiamento speculativo di Mazzarri, visto che l’ha battuto una volta sola, un Bologna-Samp 3-0, contro due sconfitte e quattro pareggi. Nessuna sorpresa nelle formazioni iniziali. I nerazzurri (con tante assenze, Nagatomo, Jonathan, M’Vila, D’Ambrosio, Osvaldo, Guarin e Campagnaro) ripresentano Vidic al centro della difesa, i blucerchiati propongono l’undici sul quale il tecnico serbo ha lavorato tre giorni, conl’inedita catena di sinistra Mesbah-Duncan-Eder e Obiang dirottato a destra.

Il primo tempo ha un andamento bizzarro. Equilibrato, finisce 0-0 ma 3-1 per l’ Inter quanto a occasioni. Da una parte Romero è decisivo di piede su Palacio al 12’epoi con la mano su Icardi al 39’ (con deviazione maligna di Romagnoli), mentre al 3’ è Palacio a divorarsi un gol per eccesso di altruismo. E tutte e tre le occasioni peraltro sono arrivate con la difesa schierata. Dall’altra, nei secondi di recupero Duncan ha preso la mira dagli undici metri e centrato la traversa. Primo tempo bizzarro perché l’ Inter ha avuto tre nitide occasioni, pur confermando i suoi limiti attuali: in un complesso composto da giocatori di forza e di corsa tutto il gioco nerazzurro finisce inevitabilmente a ruotare attorno alla qualità di Kovacic. È lui il nerazzurro cercato di più. Salta abbastanza facilmente l’avversario diretto, crea superiorità numerica ma non ha poi a disposizione una doppia soluzione di passaggio. Dovrebbero essere le punte con i loro movimenti a suggerirlo, Palacio qualcosina fa, Icardi molto meno (a proposito, per l’argentino la Samp deve ancora incassare da Thohir 4.360.000 di euro entro dicembre e 6.060.000 nelle prossime due stagioni, speriamo bene con la storia del “filippino”…), come sempre resta appostato in area.

La Sampdoria è apparsa un po’ meno sciolta del solito, in fase di sviluppo offensivo non ha trovato la consueta fluidità e i consueti raccordi tra zona di creazione e zona di rifinitura, anche per meriti della difesa dell’ Inter. Le fasi passive peraltro sono sempre state uno dei punti forti di Mazzarri. La squadra bianco cerchiata ha pressato con discreta continuità, anche per forzare i disastrosi rilanci dei tre difensori nerazzurri, ha recuperato tanti palloni, ma la transizione attiva non trovava poi sbocchi in avanti, dove Gabbiadini soffriva la forza di Juan Jesus, Okaka si annullava con Vidic e Eder non trovava il guizzo per saltare Ranocchia. Tanto è vero che nei primi 45 minuti, oltre alla traversa di Duncan, la Samp è arrivata alla conclusione solo altre due volte, entrambe da fuori e dopo oltre 25 minuti di gioco, con Obiang (26’) e Palombo (29’). E, altro particolare, ha ottenuto un solo calcio d’angolo. E nessun calcio di punizione, nemmeno esterno dalla trequarti.

La ripresa si apre con una rocambolesca conclusione di Palacio, la prima sostituzione, al 7’, Kuzmanovic per l’impalpabile Hernanes e un tiro da fuori di Okaka neutralizzato in due tempi da Handanovic. Il portiere ci mette una pezza anche al 14’, sulla prima punizione per la Samp, calciata bene da Gabbiadini. Gastaldello ha un problema fisicoechiede il cambio (19’), entra Regini con Romagnoli che si sposta sul centrodestra. È una fase nella quale l’Inter spinge di più e guadagna metri. La Samp concede qualcosa di troppo, la fase difensiva non è stata ai livelli abituali. Kovacic ad esempio non sfrutta la libertà in area al 24’ e tira fuori da ottima posizione. Mihajlovic se ne accorge, innanzitutto chiede alle sue punte ulteriore sacrificio, di accorciare sempre più e poi cambia.

Al 26’ Soriano rileva a sinistra Duncan. Le energie cominciano a mancare e le squadre si allungano, con tutte le insidie e le opportunità che nascondono quei metri in più. Tocca a Palacio, al 34’, fallire un’altra ghiotta occasione. Tocca a Handanovic, al 41’, a opporsia una deviazione di Eder su assist di Okaka. Prima del rigore, contestato dai blucerchiati, perché di tocchetti così in area se ne vedono parecchi. L’arbitro Russo fa cenno di proseguire, quindi cambia idea su segnalazione di Valeri. Fra tre giorni a Marassi arriva la Fiorentina di Montella che ha travolto l’Udinese. La prova del dieci sarà, per tanti aspetti, incluso quello psicologico dopo il primo ko, più significativa di quella del nove.