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IlSecoloXIX – Con l’Inter è spareggio Europeo. Miha non si fida dei nerazzurri…

Novanta minuti per l’Europa. Quasi un match ball per scavare un solco e respingere al mittente l’assalto disperato del grande ex Mancini. L’occasione è ghiotta. La Samp che a Roma ha ascoltato Sinisa–Rockfeller ed è rimasta sveglia...

Francesco Parrone

Novanta minuti per l’Europa. Quasi un match ball per scavare un solco e respingere al mittente l’assalto disperato del grande ex Mancini. L’occasione è ghiotta. La Samp che a Roma ha ascoltato Sinisa-Rockfeller ed è rimasta sveglia per azzannare la Lupa barcollante vuole ripetersi, schiacciare il Biscione che tenterà di rialzare la testa. Continuare a sognare sì, ma a occhi aperti. «Perché la vittoria più bella - ammonisce Mihajlovic - è sempre quella che deve venire». Alla vigilia della sfida contro l’amico-maestro Mancini, l’allenatore blucerchiato chiarisce il significato del match di stasera: «E’come una finale: vogliamo dimostrare che possiamo lottare per l’Europa». Già, come una finale, paragone spesso abusato ma stavolta veritiero come spiega il serbo affiancato al Mugnaini da capitan Palombo e dal vice Obiang: «Veniamo da tre vittorie, con la quarta potremmo restare in alto, staccare l’Inter e le altre che ci seguono. Così saremmo più vicini all’Europa e se poi non facciamo stupidaggini...».

Sì, battere l’Inter può voler dire Europa. Ma quale? A quattro punti dal terzo posto anche la Champions non è una chimera, ma Mihajlovic frena: «Ricordate dove eravamo un anno fa? E’ giusto essere ambiziosi, ma ci vuole un attimo per andare dalle stelle alle stalle. Dobbiamo restare umili. Se poi tra 6-7 partitesaremo a ridosso delle prime due-tre ci faremo un pensiero». Si torna così al presente, al ciclo di ferro iniziato bene con la Roma che ora prosegue con l’Inter per poi chiudersi con Fiorentina e Milan. I nerazzurri sono in difficoltà, ma Mihajlovic non si fida.«Hanno giocatori che possono decidere la gara in ogni momento. Vorrei dare un dispiacere al mio amico Mancio ma so che presenterà un’Inter offensiva. Non dobbiamo sottovalutarli, ma neanche sopravvalutarli. Se giochiamo da Samp abbiamo molte possibilità di batterli». Mihajlovic punta sull’arma in più, finora decisiva: il fattore campo. «Mi aspetto uno stadio pieno, se non abbiamo mai perso in casa il motivo principale è il nostro pubblico che ci spinge tutta la partita». Anche l’anno scorso l’Inter fu accolta da un Ferraris “caliente”, surriscaldato dalla guerra a distanza tra Lopez e l’odiato ex Icardi. Finì con una quaterna nerazzura, ma «stavolta - assicura Obiang - affronteremo la gara in modo diverso. Sono cambiati gli interpreti e i nostri obiettivi».

Anche Palombo concorda: «E’ giusto che ci sia una bolgia sugli spalti, ma noi dovremo metterci l’agonismo giusto, facendoci condizionare solo in positivo». Per riscattare anche il ko dell’andata. «Ma a San Siro - continua il capitano - non fu vera Samp, il risultato ci poteva stare, stavolta proveremo a riprenderci i punti persi». Sul fronte formazione, Mihajlovic, non si sbilancia: «Ho ancora due dubbi, mi spiace per Mancio ma non gliela posso dare». Dubbi che riguardano Acquah, favorito su Obiang e Muriel in vantaggio su Okaka. Salvo sorprese Sinisa si affiderà al 4-3-3 con Viviano in porta, e difesa con De Silvestri, Silvestre, Romagnoli e Regini. A centrocampo Palombo in mezzo con Soriano a destra e Acquah a sinistra. In attacco tridente, con Eder a destra, Eto’o a sinistra e Muriel al centro. La squadra, che come contro il Cagliari non andrà in ritiro, si ritroverà stamattina a Bogliasco per la rifinitura. L’ultima vittoria blucerchiata in campionato contro l’Inter risale al 2009-2010, 1-0 gol di Pazzini, nell’anno della qualificazione in Champions. Stagione in cui, come domenica scorsa, la Samp vinse con la Roma all’Olimpico. Palombo ci pensa su, sorride e poi la butta lì: «Vedremo a fine anno se ci saranno altre analogie...».