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IlSecoloXIX – Milito e l’amore per Genova. Ma domenica ‘sono nemici…’

Francesco Parrone

«Fabri, vedrai che domenica mi fischiano. Io difendo la maglia dell’Inter. In campo siamo nemici. Fuori no». Parola di Diego Alberto Milito. Fabri è Fabrizio Bogo, cuoco e titolare dell’Antica osteria Gigino in via Romana della Castagna....

«Fabri, vedrai che domenica mi fischiano. Io difendo la maglia dell’Inter. In campo siamo nemici. Fuori no». Parola di Diego Alberto Milito. Fabri è Fabrizio Bogo, cuoco e titolare dell’Antica osteria Gigino in via Romana della Castagna. Genoano dalla nascita (ha chiamato il suo pitbull Grifo) e amico del Principe da quando l’attaccante argentino sbarcò la prima volta sotto la Lanterna nel 2004. Un’amicizia che dura ormai da dieci anni. «Dai tempi di Baldini, Caccia, Rimoldi. Diego a quei tempi abitava ad Arenzano. Veniva a mangiare nel mio locale con i suoi compagni di squadra. Appena arrivato, fece amicizia con Laura, una mia collega, argentina come lui. Siamo rimasti sempre in contatto anche quando si è trasferito in Spagna al Real Saragozza. Ci sentivamo dopo le partite del Genoa», racconta Fabrizio che nel suo locale conserva una quantità impressionante di fotografie, magliette e quadri raffiguranti i giocatori rossoblù.

«L’anno che Diego è ritornato al Genoa mi mandò un sms: “Fabri torno al Grifo, domani vieni a prendermi all’aeroporto”. Allo Sheraton c’erano 1.500 genoani venuti ad abbracciarlo. Diego era commosso e un po’ estraniato perché non si aspettava così tanta gente», rivela Fabrizio, che sabato sera porterà nel ritiro dell’Inter un barattolo di pesto, uno col sugo di mandorle (la vera passione del Principe sono i ravioli al sugo di mandorle) e uno con la crema di tartufo che tanto piace a Rodrigo Palacio. Sperando in un’abbuffata primadella gara. «L’Inter viene qui per vincere. Non sta passando un bel momento. Purtroppo il Genoa ha l’abitudine di resuscitare i “morti”. L’ho detto anche a Diego. La settimana che precede la partita ci sentiamo spesso. L’altro giorno mi ha chiamato lui», confida il titolare dell’osteria. 

E se un giorno il Principe tornasse a vestire la maglia rossoblù? «I genoani lo amano ancora, ma io glielo sconsiglio sempre. Non vorrei che venisse cancellato il ricordo  di quello che ha fatto con la maglia del Genoa. Certo, se tornasse Diego, dovrei raddoppiare gli spazi del mio locale…». Nei giorni scorsi Milito ha tenuto aperto uno spiraglio per un suo ritorno in rossoblù: «Tutti sanno la mia storia con il Genoa, tutti sanno che ho un amore particolare per quella città e per quella società che è stata la prima a portarmi in Europa. Sarò sempre grato a Genova. Non so che cosa potrà accadere...».

Se il futuro di Milito è ancora tutto da scrivere, il presente racconta di un legame ancora molto forte tra l’attaccante argentino e il club di villa Rostan. «Quando Antonini ha segnato il primo gol nel derby, il primo sms che ho ricevuto è stato quello di Diego: “Grande Genoa!”», racconta Fabrizio. Lo scorso 3 novembre, durante la convalescenza per l’infortunio, il Principe ha fatto un blitz in Liguria con suo nonno. Prima tappa: Portofino. Seconda tappa: Genova, via Romana della Castagna, Antica osteria Gigino. «Abbiamo seguito in televisione Udinese–Inter e sul mio Ipad la trasferta del Genoa in casa della Lazio. Prima della partita mi ha detto: “Vedrai che il Genoa oggi vince”. Abbiamo vinto 2-0». Come la maggior parte dei calciatori anche Milito è piuttosto scaramantico.

«Nel 2008 due giorni prima del derby d’andata l’ho accompagnato a tagliarsi i capelli da Gianni, il parrucchiere di via Assarotti. Il Genoa ha vinto 1-0 con un gol di testa di Milito. Al ritorno, due giorni prima del derby, mi ha chiesto di riaccompagnarlo dallo stesso parrucchiere. E il Genoa ha vinto 3-1 grazie a una tripletta di Diego». L’osteria Gigino è meta di molti altri giocatori rossoblù: Antonelli, Calaiò, Gilardino e Gamberini. «Antonelli va matto per il Sushi del Chianti, mentre Gilardino e Gamberini chiedono sempre la Fiorentina (intesa come bistecca ovviamente). Gilardino è una persona tranquilla, disponibilissima. Gasperini? Quest’anno non è ancora venuto. Dopo il derby è passato Cerci che poi è tornato un’altra volta». E i giocatori della Sampdoria? «I più assidui sono Costa, Sansone e Da Costa. Palombo capita qualche volta. Prima di andare al Palermo veniva spesso anche Maresca, che aveva un debole per la crostata difrutta».