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IlSecoloXIX – Samp fuori con onore. Se l’Inter è questa non è da terzo posto…

Alessandro De Felice

Sampdoria fuori dalla Coppa Italia con onore. In dieci contro undici dall’11’ del primo tempo i blucerchiati tengono testa per un’ora con impegno e organizzazione all’Inter dei vari Juan Jesus, Kovacic, Podolski, Shaqiri e Icardi. Roberto...

Sampdoria fuori dalla Coppa Italia con onore. In dieci contro undici dall’11’ del primo tempo i blucerchiati tengono testa per un’ora con impegno e organizzazione all’Inter dei vari Juan Jesus, Kovacic, Podolski, Shaqiri e Icardi. Roberto Mancini ha ancora tanto da lavorare con questa rosa. E’stato un ottavo di finale impostato diversamente dai due tecnici. La formazione iniziale dell’Inter vale complessivamente 117 presenze in questo campionato per 8.858 minuti. Quella della Sampdoria pesa 106 presenze per 7.469 minuti. Tradotto: Mancini punta alla Coppa che potrebbe salvargli la stagione e si affida a una formazione con tanti titolari e pochi non titolari. Mihajlovic invece non dà l’impressione di puntarci troppo alla Coppa e si affida alla voglia e al carattere di una squadra inedita, con pochi titolari. Deludendo forse qualche tifoso che avrebbe magari preferito giocarsela fino in fondo soprattutto contro un’Inter alla portata. E anche alla faccia di quell’inversione di campo (questo ottavo si doveva giocare a Marassi) che effettivamente sembra dare ragione aSarri. Il tecnico dell’Empoli l’altra sera ha definito la Coppa Italia «il torneo più antisportivo d’Europa, solo da noi alcune squadre entrano nel tabellone al quinto turno». Circa 38.000 gli spettatori presenti a San Siro, nutrita nel terzo anello la rappresentanza di sostenitori blucerchiati, alla fine salutati da tutti i giocatori blucerchiati.

Questa Inter-Sampdoria è anche la prima di Mancini contro Sinisa Mihajlovic. Incontro solo da spogliatoio, visto che il serbo era squalificato e in panchina c’era il fedele Nenad Sakic, supportato da Emilio De Leo. Da segnalare tra i blucerchiati: Wszolek alla prima da esterno destro basso e il debutto dall’inizio per Djordjevic. La serata si mette male praticamente subito, all’11 Tagliavento mostra un rosso fiscale a Krsticic, che aveva sì atterrato Icardi da ultimo uomo, ma a 20metri dall’area e con la palla non più tra i piedi dell’attaccante. Samp con l’uomo in meno passa al 4-3-2 che diventa 4-4-1 in fase di non possesso con il solo battagliero Okaka in avanti a sgomitare con Andreolli e Juan Jesus. Tatticamente la partita è inaridita dalla diseguaglianza numerica. L’Inter fa possesso palla, la Samp fisiologicamente concede metri e si chiude cercando la ripartenza. Ma in questa fase l’Inter conferma di avere ancora più di qualche difficoltà nel costruire l’azione, anche con l’uomo in più. Medel e Kuzmanovic sono mediani da corsa e non da qualità. E il talento di Kovacic fatica a favorire lo sviluppo della manovra in spazi ristretti. E così finisce che i pericoli maggiori per Romero nascono da mezze palle perse dai blucerchiati a centrocampo che innescano veloci ripartenze in parità numerica,comeal 16’quando Romero stoppa Kovacic. Non è un caso che la grande occasione per l’Inter di sbloccare il risultato (36’) sia un calcio di rigore, fallo di Wszolek su Dodò. Tira Icardi, respinge Romero. Niente mani dietro le orecchie per l’ex blucerchiato beccatissimo dai suoi ex tifosi. 

Secondo penalty neutralizzato dal Chiquito dopo Rodriguez con la Fiorentina e celebrato in tribuna anche da Massimo Ferrero con un paio di imprecazioni liberatorie. E ancora Romero ci mette una pezza al 44’ su testa di Podolski. Nel recupero Sakic sostituisce l’infortunato Cacciatore con Silvestre, Romagnoli che scala a sinistra, come già successo a Cagliari in campionato. Mihajlovic nell’intervallo sostituisce Soriano con Duncan, più adatto a questa situazione. Un grande lavoro tocca a Djordjevic, è proprio lui rientrando sempre a determinare il passaggio dal 4-3-2 al 4-4-1 con le due linee posizionate cortissime tra il limite dell’area e la linea dei 20 metri. La Samp non si difende solo, al 9’ Duncan tira alto, al 10’ Okaka (cross di Rizzo) di testa è contrato. L’Inter però inizia a spingere con maggiore forza e sfruttare maggiormente l’ampiezza, le fasce, Gastaldello ci mette due enormi pezze su Kovacic e Icardi. Al 23’ ultimo cambio per la Samp, De Silvestri per l’infortunato Rizzo con Wszolek che avanza nella linea di centrocampo. La Samp gagliarda si arrende al 26’: ennesima palla in area, tacco di Podolski per Shaqiri che sfugge a Romagnoli e solo soletto fredda Romero. Partita finita. E tanto per non farsi mancare niente i blucerchiati chiudono in nove, epulsione per somma di ammonizioni di Wszolek al 32’. E subìscono il 2-0 di Icardi servito da un errato retropassaggio di De Silvestri. Ed aadesso, testa solo al campionato, al Palermo e al terzo posto. Con la certezza che se l’Inter continuerà a essere questa,non è una diretta concorrente.