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Imbula: “Avevo scelto il Valencia. Inter? Non rispondeva a mie ambizioni perché…”

Dario Di Noi

Nel giorno dell’annuncio del suo passaggio al Porto, Giannelli Imbula ha spiegato la sua scelta. Nel farlo, ha parlato anche di Inter e Valencia. Ecco le sue ragioni, spiegate a L’Equipe. Perché il Porto? “Penso che questa sia...

Nel giorno dell'annuncio del suo passaggio al Porto, Giannelli Imbula ha spiegato la sua scelta. Nel farlo, ha parlato anche di Inter e Valencia. Ecco le sue ragioni, spiegate a L'Equipe.

Perché il Porto?"Penso che questa sia la strada da seguire dopo l'OM. Questo è un club molto importante in Europa, un club di un certo rango. Il Marsiglia è un grande club, ma credo che Porto lo sia ancora di più"

Il livello del campionato portoghese è forse ancora una tacca al di sotto rispetto alla Ligue 1?"Non ho l’impressione che questo campionato sia meno forte. In Francia ci sono PSG, Monaco, Marsiglia e Lione. Ma in Portogallo hanno Porto, Benfica e Sporting Lisbona... Per noi la Champions era un po' più difficile. Vi ricordo che il Lione è stato eliminato in Europa League dai romeni la scorsa stagione. I portoghesi invece sono più avanti di noi nel ranking UEFA. Ci posso contare. Il Porto ha vinto la CL negli ultimi dieci anni (2004), e ora il club arriva regolarmente ai quarti di finale. E’ tra i quindici migliori club d’Europa. Ho riflettuto normalmente, e poi domenica ho avuto una chiacchierata con l'allenatore (Julen Lopetegui), che mi ha motivato. Ho anche chiamato Yacine Brahimi, anche se avevo già dato al Porto il mio consenso. Mi ha detto cose buone sul club. Avevo scelto di andare al Valencia, questa era stata la mia scelta. Ma i dirigenti spagnoli hanno impiegato troppo tempo per decidere. E soprattutto, non hanno mai fatto offerte al Marsiglia. Ho avuto molti contatti anche in Italia. Non è che io non volessi andare, ma corrispondeva meno alle mie aspettative sportive. L’Inter non gioca la Champions League, e questo ha contato nella mia scelta".

L’OM aveva bisogno di equilibrare i suoi conti. Non ti sei sentito sbattuto fuori?"No, e voglio dire che il presidente (Vincent Labrune) è stato molto corretto. E mi ha realmente facilitato. Il club era in debito e io ero uno dei maggiori valori di mercato. Non avrei accettato di andare da nessuna parte altrimenti"

Eppure si dice che sia stato tuo padre a spingerti a scegliere il Porto"Le persone che mi giudicano senza conoscermi lo dicano a me, io sono testardo. Ed essendo troppo testardo, pensate davvero che mio padre o Vincent Labrune mi abbiano costretto ad andare in un club dove non voglio andare? Sono io a decidere. Non è mio padre, non è il mio avvocato, non è Labrune. Ne ho sentite un sacco su mio padre e sul fatto che a lui tocchino 2 milioni. Non è un cospiratore. Difende gli interessi del figlio, ma non guadagna soldi sulla mia schiena"

Cosa ti ricordi dei tuoi due anni a Marsiglia?"Ho avuto alti e bassi. Il club mi ha permesso di crescere come calciatore e come uomo. L'OM è una squadra molto mediatica, tutto va molto veloce. Ho capito che dovevo essere più regolare. Con Bielsa ho forse raggiunto un buon livello a livello tattico e difensivo. Lo spero comunque. Ho detto addio a tutti i miei ex compagni di squadra uno per uno. Ero molto commosso a lasciare"