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Impallomeni: “Inter diversa dall’anno scorso, resuscitata dalla Roma che…”

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"Fisicamente non sono ancora al top, si è dispersa la fame, la voglia vista lo scorso anno", dice Impallomeni sull'Inter
Matteo Pifferi Redattore 

Stefano Impallomeni, ex calciatore e giornalista, ha parlato a TMW delle vittorie delle big nel weekend:

"Hanno mostrato tutte qualcosa. Il Milan si prende 60 minuti di sofferenza, è stato intraprendente e volitivo, ha mostrato coesione di gruppo. Il Napoli ha mostrato l'effetto Conte, che prova a smorzare gli entusiasmi anche vedendo il primo tempo. Lukaku è l'emblema che le cose lì davanti non sono di facile soluzione, di un Napoli comunque Conte-dipendente. Juve solida, compatta, con forte mentalità, quindi scelgo Inter e Juventus. La Juve era incompleta, ma ha una difesa mostruosa, copre bene il campo, si vede la mano di Motta. E l'Inter è stata resuscitata dalla Roma. E' più vulnerabile e la Roma non ha saputo sfruttare l'occasione".

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Inter diversa quindi?

"Non ha l'intensità dello scorso anno. Non vedo giocatori deconcentrati, ma è vulnerabile. Fisicamente non sono ancora al top, si è dispersa la fame, la voglia vista lo scorso anno. Ha mostrato più difetti che pregi finora, ma è la più attrezzata rispetto alle altri. Se ritrova intensità e voglia, rivince lo Scudetto, perché è lì. La Roma non ha saputo capire che questa Inter andava punita, perchè è piena di limiti. E l'Inter lo sa, è consapevole di questi limiti ora. Sono tre punti pesantissimi. Se fa filotto anche con la Juve, giocando così, vince lo Scudetto".


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Sugli arbitri

"Non mi sento di attaccare Rocchi. Sta facendo uno sforzo immane per mettere le cose a posto. Quando parla dell'episodio di Douglas Luiz, lui ha detto che non transige ed è rosso e che hanno sbagliato al VAR. Per eliminare la cultura del sospetto bisogna sentire Rocchi. Il discorso è che non ci sarà mai uniformità di giudizio e mancano gli attributi per decidere su certi episodi. Certi errori non si devono commettere, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Non c'è una classe arbitrale che sta crescendo, soprattutto come personalità".

 

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