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In attesa di rimettere al centro del villaggio interista Mauro Icardi, Luciano Spalletti si gode i gol degli attaccanti alternativi al capitano. Prima Eder, al quarto centro in questo pre-campionato (doppietta al Bayern e gol al Norimberga), poi Stevan Jovetic. I due aiutano a battere il Villarreal e ad allungare la striscia a quattro successi consecutivi. Una striscia da spiaggia, ma che aiuta a creare l’umore giusto. Eder è il miglior sostituto di Icardi che Spalletti possa utilizzare in questo momento. Il Nazionale sta mettendo in mostra tutti i motivi per cui l’Inter lo ha acquistato un anno e mezzo fa dalla Sampdoria. Proprio a Genova aveva convinto i nerazzurri a prenderlo grazie alle prestazione che lui e Roberto Soriano – ieri avversario nel Villarreal – orchestravano. Eder può fare la prima punta senza ingordigia perché si abbassa a dare l’appoggio ai compagni lasciando spazio alle sue spalle. Oppure aggredisce il primo palo come in occasione del primo gol di ieri. Ha l’intuito del centravanti e la generosità del gregario per il lavoro oscuro che produce ogni volta. Stevan Jovetic è diventato l’uomo dei messaggi estivi cifrati. Dopo il gol al Chelsea con la mano a battere sullo stemma dell’Inter e l’indice a indicare il terreno («Io sono ancora qua» oppure «Io ci sono»), ecco il mestolo. Dopo il gran gol in acrobazia contro il Villarreal, Stevan ha mimato un gesto esploso nell’Nba grazie a James Harden degli Houston Rockets. Quella mano che gira il mestolo nella pentola, in inglese «stirring the pot», ha diversi significati. Traducendo letteralmente sarebbe «mescolando il piatto», ma il significato più accreditato è una via di mezzo tra «c’è qualcosa sotto» e «spargere la voce». Ecco, Jovetic segna gol estivi interessanti e mediatici, ma il suo futuro resta da scrivere lontano da Milano, tra Siviglia e Marsiglia probabilmente. Anche se è logico chiedersi se l’Inter pensi ancora che sia un giocatore da scaricare. Domanda lecita, risposta impossibile.
(Gazzetta dello Sport)
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