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Ince: “Barella top, ma c’è solo un The Governor! Lukaku? Non sarei mai andato via dall’Inter”

Marco Macca

Intervistato dalla Gazzetta, Paul Ince, ex centrocampista dell'Inter, ha ricordato alcuni suoi momenti indimenticabili in nerazzurro

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Paul Ince, ex centrocampista dell'Inter, ha ricordato alcuni suoi momenti indimenticabili in nerazzurro. Ecco le sue parole:

L’Inter ha qualità top ovunque: prendete Barella, un centrocampista moderno e fantastico».

Ma agli ottavi non ci sarà... quanto pesa come assenza?

«Molto, moltissimo. Abbiamo visto all’Europeo il suo impatto. Ha tutto, è un giocatore totale, di quelli perfetti per la Premier: fa il tackle, l’assist e sa pure segnare».

È lui il governatore del futuro?

(Ride) «Siamo diversi! Ai miei tempi in mezzo eravamo tutti aggressivi e potevi permetterti entrate più dure... Barella, invece, fa meglio altre cose. Ma a Nicolò dico: “Okay, mi piaci, ma c’è un solo governatore ed è Paul Ince!».

Due star di quello scudetto, tra l’altro, ora sono in Inghilterra...

«Fossi stato in Lukaku, non me ne sarei mai andato. Tutti lo adoravano a Milano e la squadra era perfetta per lui, al Chelsea è più dura. L’addio di Conte mi ha stupito, ma lui ha bisogno di acquisti per plasmare le sue squadre e in Inghilterra può essere accontentato».

Cosa le resta nel cuore di quei due anni nerazzurri?

«I più belli della carriera. Non me ne sarei mai andato, l’ho fatto solo per ragioni familiari. E ancora oggi me ne dispiaccio. Ricordo il gol in rovesciata a Cagliari, il cuore d’oro di Moratti che mi avrebbe tenuto a qualunque costo e il rapporto con i compagni: Paganin quasi un fratello, poi Winter e ovviamente Zanetti. Siamo arrivati insieme e lui è ancora lì! Ma a mancarmi è soprattutto il sentimento con i tifosi: dopo un derby vinto andavo in giro per la città e mi sentivo un re!».

Come faceva quel coro..?

«Come on, Paul Ince come on: ancora lo canto! Una volta ero squalificato e sono andato in curva a cantarlo: non ho mai più vissuto una giornata così incredibile. Anni dopo sono tornato a San Siro da spettatore e c’era Ronaldo in tribuna: quando mi hanno inquadrato con Moratti, è partito il coro e il Fenomeno ha capito chi fossi...».

Le sarebbe piaciuto un altro Ince nerazzurro?

«Mio figlio Tom nel 2014 è stato vicino all’Inter, sarebbe stato emozionante. Ma aveva 22 anni, non si è sentito pronto. Se ne avesse avuti 27, magari sarebbe andato...».