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Alla procura di Milano le indagini sulle curve di Inter e Milan vanno avanti in un contesto tutt’altro che semplice. Ieri la prefettura ha disposto una scorta per il pm della Dda Paolo Storari. Intanto, come riporta la Gazzetta dello Sport, dalle carte depositate emerge con sempre maggiore nettezza il peso della ‘ndrangheta, non solo nella Nord, ma anche nella Sud milanista, in cui le cosche sarebbero entrate ben prima «con i Papalia».
"Anzi, sempre secondo i pm, sarebbe stato proprio il «peso» dei clan calabresi lì dentro alla Sud ad assicurare «una convivenza pacifica» tra le due tifoserie, sempre in nome degli affari. «Sono la mia famiglia», diceva non a caso lo stesso Lucci, intercettato. Emerge pure che il capo della curva rossonera veniva quasi preso ad esempio da Ferdico, teoricamente sul campo opposto".
"L’interista parlava di «modello Milan» riferendosi alla «unificazione» della curva a suon di «intimidazioni» sotto un’unica sigla. Anzi, Lucci sarebbe riuscito anche ad assumere «un ruolo di primo piano» nei confronti della tifoseria nerazzurra, tanto che lo scorso anno, arrivò a «sindacare e porre il veto» sulla presenza di Francesco Intagliata, pure lui tra gli arrestati. Servì anche in quel caso una convocazione per «un incontro chiarificatore».
(Gazzetta dello Sport)
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