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Ultras, avvocato Chiacchio: “Non c’è slealtà sportiva. Anzi, escludo anche comma 1 dell’Articolo 25”

Alessandro Cosattini Redattore 
Ecco l'intervista alla Gazzetta dello Sport dell'Avvocato Chiacchio, esperto di diritto sportivo: cosa rischiano Inter, Milan e tesserati

Avvocato Chiacchio, esperto di diritto sportivo, a metà della prossima settimana gli atti da Milano arrivano alla Procura Figc.

Si può tracciare un profilo di rischio per i due club?

«C’è un perimetro sanzionatorio nei casi di questo tipo. Va premesso che la responsabilità delle società è oggettiva per le violazioni normative dei tesserati di un club e diretta per le infrazioni dei legali rappresentanti. Per le tematiche oggetto delle indagini della Procura di Milano le società rischiano delle sanzioni economiche e i singoli tesserati squalifiche o inibizioni».

È del tutto escluso il rischio del famigerato articolo 4 del Codice di giustizia sportiva?

«È quello che riguarda la lealtà sportiva, fa sempre da cornice a ogni eventuale provvedimento, ma non mi sembra questo il caso, per quanto emerso. Ricordiamo che in ambito penale i tesserati sono stati ascoltati solo come testimoni, semplici persone informate sui fatti e, anche se esistono grandi differenze tra i due codici, anche a livello sportivo non si intravede al momento un rischio di condotta sleale».

Quindi si riduce tutto attorno al comma 10 dell’articolo 25?

«Sì, perché per me è escluso dal panorama accusatorio anche il comma 1, quello che recita: “Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori”».


Ricordiamo quali sarebbero poi i passi della Procura federale in un ipotetico procedimento.

«Al termine delle indagini la Procura federale dovrà decidere se archiviare il procedimento oppure notificare l’avviso di conclusione delle indagini alle parti interessate, che in quel caso possono chiedere di essere ascoltate o presentare una memoria difensiva. Qualora la Procura voglia procedere, deve disporre un atto di deferimento. Sia prima sia dopo, gli indagati possono concordare con la Procura Federale un patteggiamento per ottenere una sanzione ridotta ed evitare il processo».

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)