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Inchiesta ultras, Zanetti sentito per quasi due ore: ecco i passaggi chiave della deposizione

Inchiesta ultras, Zanetti sentito per quasi due ore: ecco i passaggi chiave della deposizione - immagine 1
Ieri è stato sentito anche Javier Zanetti, dopo Simone Inzaghi: ecco la ricostruzione del faccia a faccia di ieri di oltre due ore
Alessandro Cosattini Redattore 
Inchiesta ultras, Zanetti sentito per quasi due ore: ecco i passaggi chiave della deposizione- immagine 2

Ieri è stato sentito anche Javier Zanetti, dopo Simone Inzaghi. Il vicepresidente dell'Inter, come l'allenatore nerazzurro, non è indagato, ma è stato sentito come persona informata sui fatti per via di alcune intercettazioni. Ecco la ricostruzione della Gazzetta dello Sport:

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Ancora un faccia a faccia interista, senza tensioni, in un commissariato del centro e lontano dai media. Rispetto all’audizione di mercoledì di Simone Inzaghi, però, quella di ieri pomeriggio di Javier Zanetti ha avuto una durata più lunga, quasi doppia. Il vicepresidente per quasi due ore ha risposto alle domande della Dda sulle pressioni dei capi ultras sul suo club: anche lui non è indagato nell’inchiesta “Doppia Curva” ed è stato sentito come persona informata sui fatti. Zanetti ha chiarito che uno dei mammasantissima della Nord, Marco Ferdico, ora in carcere con aggravante mafiosa, gli aveva effettivamente «accennato la questione» biglietti per la finale di Istanbul. «Io ne parlai con la base della dirigenza, non con Marotta», ha messo a verbale l’ex capitano, chiarendo che la «situazione» dei tagliandi era già nota alla società e che lui non aveva «compiti esecutivi nel board».


Anche Zanetti ha aggiunto di non aver subito mai pressioni o minacce: tra blitz fuori Appiano, video da omaggiare e appuntamenti pubblici, vedeva gli ultras sempre in un clima «tranquillo». Insomma, nei suo quasi 30 anni nerazzurri, i rapporti sono sempre stati una cosa «normale». E loro, quelli della Nord, non «facevano nulla di male» nei confronti del club.

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Passaggio più delicato quello sulla presunta soffiata alla curva su una indagine a loro carico dopo l’omicidio Boiocchi. «Non è vero», ha negato Zanetti quando gli è stata letta la chiamata incriminata tra Ferdico e Marco Materazzi. Escluso ogni contatto pratico con Antonio Bellocco, rampollo di ‘ndrangheta e ultras ucciso il 4 settembre. «L’ho visto una volta, me lo hanno presentato altri della curva, in una situazione conviviale», ha chiarito", sottolinea la rosea.

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