Il mondo del calcio si muove in una direzione: vaccinare i giocatori. Le decisioni che le varie leghe stanno prendendo, si muovono proprio in questa direzione. Se non ti vaccini, non giochi. È la regola imposta dalla Football Association, che ha stabilito anche una data limite, il 1° ottobre. E in Italia cosa accade? È la domanda che si pone il Corriere della Sera che analizza alcuni casi.
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CorSera – L’incubo no vax agita la A. Milan, niente defezioni. L’Inter invece…
A un mese dall’inizio del campionato, l’allarme Covid è già scattato e la tensione sull’argomento è elevatissima
"A un mese dall’inizio del campionato, l’allarme Covid è già scattato e la tensione sull’argomento è elevatissima. Quanto accaduto a Spezia e Empoli ha creato inquietudine. Entrambi gli spogliatoi sono frequentati da calciatori no-vax, due nel primo e uno nel secondo. Non esiste la certezza che a creare i cluster siano stati gli atleti contrari al vaccino, i due episodi hanno però accresciuto la preoccupazione di tutti: che campionato sarà, stavolta? La Federazione ritiene di non poter andare oltre, al contrario di quanto deciso da quella inglese che fa riferimento a una legislazione differente. L’eventuale obbligo del green pass nel nostro calcio deve passare da altre strade".
"In una situazione così complicata, le società si organizzano per vaccinare calciatori e uomini dello staff. La Lazio lo ha fatto ieri mattina nel ritiro di Auronzo di Cadore. E anche il Milan è pronto a somministrare le dosi ai suoi atleti, compresi i ragazzi della Primavera: non ci sono segnali di defezioni, anzi qualcuno ha già provveduto per contro proprio (come Theo Hernandez). Ha invece un paio di casi in sospeso l’Inter. La Lega si è mossa per agevolare i club, ma non per tutti il percorso è semplice. Sarebbe tutto più semplice se la serie A avesse il potere della Nfl, la lega del football negli States. Ha deciso che, se una partita salta per colpa di atleti non vaccinati, la squadra perde a tavolino e i giocatori non ricevono lo stipendio settimanale".
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