Il 25 giugno nel calendario calcistico solitamente è un giorno adatto ai quarti di finale di un Mondiale e di un Europeo. Campionato finito da un pezzo e spazio alle Nazionali. Invece 28 anni fa, in una domenica in teoria riservata al relax sotto ombrelloni già affollati in riva al mare, andava in scena l'ultima giornata del campionato 1988-89. Conseguenza delle Olimpiadi di Seul, disputate a settembre, che costrinsero a programmare il primo turno di Serie A il 9 ottobre e conseguentemente a posticipare tutto il resto del torneo. In quella data inconsueta di fine giugno si chiuse uno dei campionati più esaltanti di sempre per una squadra sola: congedo dal proprio pubblico per l'Inter dei record di Giovanni Trapattoni, già Campione d'Italia da quasi un mese, dal 2-1 al Napoli del 28 maggio a San Siro, la partitissima che decise lo scudetto. Con una vittoria i campani sarebbero ancora stati in grado di riaprire il discorso scudetto. Invece finì con una dimostrazione di forza dei padroni di casa che poi continuarono la loro corsa senza fermarsi, senza frenare neanche di fronte alla matematica. Quella non era una squadra capace di giocare al risparmio: dopo il successo su Maradona e compagni, tre vittorie in quattro partite. Unico momento di umanità post trionfo al Comunale contro il Torino al quale i nerazzurri concessero un successo per 2-0 decisivo per la salvezza granata. Nessuno sconto invece all'ultimo avversario della stagione: la Fiorentina di Roberto Baggio e Stefano Borgonovo. I viola avrebbero potuto pagare a caro prezzo la fame cannibale di punti dell'Inter. Il 2-0, firmato da Diaz e Bianchi, costrinse la squadra di Eriksson allo spareggio per un posto in Coppa Uefa con la Roma. La spietata Inter del Trap non andava troppo per il sottile: doveva continuare ad accumulare punti fino a toccare la quota mai raggiunta nei campionati a 18 squadre con due punti a vittoria: 58 su 68 disponibili, 11 in più del Napoli secondo. Qualcosa di impensabile per la Serie A iper-competitiva di quegli anni. L'Inter concluse il campionato con appena due sconfitte: la prima all'andata proprio in casa della Fiorentina e la seconda, come detto, con il Torino. ll clima di festa caratterizzò pre e post partita. La sfilata dei nerazzurri prima del via con un entusiasta Walter Zenga, assente in gara a causa di un turno di squalifica, ma saltellante dalla gioia da milanese e interista doc. I complimenti a Giuseppe Baresi alla 500a presenza in Serie A. Le lacrime di gioia di Ernesto Pellegrini. San Siro esaurito con i lavori per il nuovo terzo anello mondiale già iniziati. I palloncini che portano verso l’alto un maxi scudetto con il numero 13. Ma durante i 90 minuti si fece sul serio: Matthaeus rimediò il secondo cartellino rosso consecutivo (dopo quello di due settimane prima contro l’Atalanta) a causa di un fallo di reazione. A fine partita applausi particolari per Ramon Diaz, alla sua ultima in nerazzurro prima del trasferimento al Monaco. Era stato l’argentino il secondo miglior marcatore dell’Inter in quel campionato, alle spalle di Aldo Serena, capocannoniere assoluto del torneo. Diaz sbloccò il risultato anche quella domenica. Implacabile come tutta l’Inter che chiuse l’epopea dello scudetto dei record quando l’estate era già cominciata. Ma quella squadra dalla forte impronta teutonica non ne voleva sapere di andare in vacanza.
FC Inter 1908
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28 anni fa, in una domenica in teoria riservata al relax sotto ombrelloni già affollati in riva al mare, andava in scena l'ultima giornata del campionato 1988-89
(Tuttosport)
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