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Ieri, nella pancia di San Siro, Diego Simeone ha risentito aria di casa. Già da guerriero interista, era allenatore quasi nell’inconscio e, quando qualche compagno tirava indietro la gamba, fosse pure Ronaldo il Fenomeno, lui era pronto con la bacchetta. Nel tempo, però, una dote è emersa più delle altre, la capacità di adattamento, anche a costo di cambiare se stessi: soprattutto in questa stagione, Simeone osserva il rivale e modifica la sua corazza. L’Inter dell’ex compagno Simone, l’ha osservata nel dettaglio e l’ha pure riempita di complimenti sinceri. L’Atletico 2.0 è camaleontico — può governare il gioco o lasciare il possesso agli altri in base alla partita —, ma ormai è completamente superata l’era del Cholismo catenacciaro. Niente muri eretti davanti a Oblak, niente cicatrici in battaglia, ma spirito offensivo (più di due gol a partita segnati) e possesso palla, partendo dal basso. Certo, il Dna “atletista” è rimasto integro, a dieci anni esatti dal primo ottavo di Champions della gestione Simeone", aggiunge Gazzetta.
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