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Inter, Barella tifoso e capitan futuro: guida il gruppo, ma occhio al Real di Ancelotti

Alessandro De Felice

Il centrocampista nerazzurro è sempre più leader e sta trascinando la squadra: il Real Madrid è sulle sue tracce

Nicolò Barella ha mantenuto la promessa. Il centrocampista sardo aveva prefissato come obiettivo quello di vestire e vincere con la maglia dell'Inter, la sua squadra del cuore.

Come rivelò in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Barella scrisse su un quaderno tutti gli obiettivi che avrebbe voluto raggiungere, tra cui anche questo. Un po' per la famiglia interista, un po' per i suoi idoli Ronaldo 'il Fenomeno' e Stankovic, a cui Nicolò si è sempre ispirato.

Oggi è un vero e proprio tifoso in campo e anche per questo i dirigenti dell'Inter lo hanno blindato con un contratto fino al 2026:

"Lo capisci da come si muove, che per lui non è solo una questione di tre punti presi oppure no. Lo capisci da come sbuffa e sbraccia, da come esulta, da come si dispera se la partita non va nella direzione immaginata" scrive la Rosea.

Barella è in lizza con Skriniar per raccogliere l'eredità di Samir Handanovic e indossare la fascia da capitano. Dopo aver coronato il sogno scudetto, ora c'è un altro obiettivo:

"Abbinare il suo nome a quello della seconda stella è traguardo troppo importante per pensare di mollare anche a un solo centimetro dal traguardo, anche solo di fronte a una percentuale ormai molto bassa di riuscita. Ecco perché, in questi giorni di Appiano, è segnalato tra i più vivaci. Per carità, non una novità, tra lui e Brozovic diventa quasi impossibile annoiarsi. Ma Nicolò sta guidando il gruppo. E ha preso alla lettera le parole di Inzaghi alla squadra, la spinta a credere ancora nello scudetto".

Il pericolo per l'Inter può arrivare dalla Liga:

"Nicolò - giurano in Spagna - è nel taccuino di Ancelotti per il Real Madrid. Se la cosa si trasformerà in affondo, è tutto da dimostrare. Di certo, Barella non forzerà mai la mano per mollare il nerazzurro. In fondo, rinunciare a un sogno non è mai facile. Anche se il bambino ora è diventato grande".