- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Getty
"Inutile tentare improbabili trasformazioni dell’ultimo minuto, vagheggiare la conquista del Camp Nou attraverso il bel gioco e il dominio. Domani sera a Barcellona l’Inter farà bene a giocare una partita di resistenza e di ripartenza, come nella primavera del 2010, quando l’allenatore era José Mourinho e sul campo ballava la qualificazione alla finale di Madrid. Ogni club ha la sua anima e lo spirito dell’Inter è più votato alla pratica che all’estetica". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla trasferta del Camp Nou che attenderà l'Inter. I nerazzurri troveranno un ambiente infuocato e inferocito dopo l'andata.
"Per semplificare: il Barça ci metterà testa e cuore. Non mancheranno gli spazi da riempire, nella sua vastità il Camp Nou si presta alle contro-fughe. Bisognerà aspettare l’onda giusta e cavalcarla fino in fondo. Una vittoria spalancherebbe le porte degli ottavi; un pari lascerebbe grandi possibilità. L’Inter sia se stessa, senza vergognarsi. Un filo rosso con l’epopea del 2010 potrebbe essere André Onana, camerunese come Samuel Eto’o, uno degli uomini chiave di quella sera dell’aprile 2010. Eto’o si immerse in profondità nella causa, al punto da sacrificarsi con convinzione nel ruolo di terzino aggiunto, stante l’inferiorità numerica determinata dall’espulsione di Thiago Motta per un contatto enfatizzato da Busquets, ancora lì al suo posto, nel cuore del centrocampo blaugrana. Onana dovrà garantire gli interventi ordinari e quelle due-tre parate straordinarie inevitabili in nottate del genere. Se ci riuscirà, sarà di nuovo Camp Camerun come nel 2010", spiega la Rosea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA