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Intervenuto ai microfoni di Repubblica, Enrico Bertolino, comico e tifoso dell'Inter, ha commentato così la designazione di Daniele Orsato per la gara di domenica con la Sampdoria.
La sua prima reazione?
"Una designazione che ci sta. Perché tanto gli arbitri possono capitarti sempre, un po' come le disgrazie. Scherzo, eh. Non mi piacciono i sospetti, rovinano il gusto del calcio. Le giornate storte arrivano per tutti. Oddio, per alcuni arbitri con l'Inter abbastanza frequentemente. Ma, insomma, se non ti va bene il sistema, contesti il ruolo, non la persona, che poi in tre anni può essere invecchiata e maturata. Come il Recioto che diventa Amarone. O l'amarezza che diventa felicità".
Parole di chi ha sofferto parecchio.
"Guardi, in palestra spesso incontro Iuliano. E ogni volta gli dico: 'Mark, su Ronaldo era rigore e basta'. Lui ride tanto, io decisamente meno"
Se fosse un tifoso della Sampdoria, penserebbe "bella fortuna, ci tocca Orsato con l'Inter"?
"....non li danneggerà mai un'altra volta! No, sinceramente se fossi doriano penserei 'ripetiamo la partita dello scorso campionato e battiamoli'. E poi spererei in un'altra grande prestazione di Candreva, un ex che ci ha fatto molto male".
Le pressioni su Orsato saranno comunque tante.
"Si è scelto un mestiere come il ginecologo: deve fare molta attenzione a quello che fa. Poi adesso non ti dico, col Var che ti citofona nell'auricolare, il quarto uomo che scuote la testa, il guardalinee che ti manda una vibrazione al polso, ci manca solo la discomusic nelle orecchie e il delirio è completo".
Insomma, nessun timore per la direzione arbitrale di Orsato.
"No, ma molta, molta fiducia per la direzione tecnica di Simone Inzaghi. Come tutti gli interisti ero un po' scettico, all'inizio. Sai, mica facile prendere il posto di Antonio Conte. E invece i calciatori con cui parlo mi dicono che sa gestire benissimo lo spogliatoio: è stato perfetto nel momento in cui l'uomo guida, Lukaku, ci ha salutato e la società non si è dimostrata solida. Per fortuna che c'è lui e per fortuna che c'è Marotta che si merita, in vita, un monumento interista".
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