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Da sottolineare il dato finale del bilancio, chiuso con una perdita di 36 milioni di euro, dato ancora migliore rispetto alle previsioni che parlavano di un passivo tra i 40 e i 50 milioni. Di fatto, è come se tecnicamente l’Inter avesse già raggiunto il break even, ovvero il pareggio di bilancio, considerato che quei 36 milioni sono praticamente la cifra che la società nerazzurra versa di interessi annuali per il bond in scadenza nel febbraio 2027. È ancora presto per ragionare su quel che sarà tra un anno, ma è lecito pensare che l’Inter possa chiudere il bilancio 2025 in utile: tanto per intendersi, non è mai avvenuto negli ultimi 30 anni, almeno da quando Massimo Moratti rilevò l’Inter da Ernesto Pellegrini. Nell’attesa, va registrato già adesso un altro utile: il valore della produzione (differenza tra costi di produzione e ricavi) è infatti positivo, per circa 9 milioni di euro. Il segno più, in questo senso, non si registrava dal bilancio 2018.
"Che cosa significa, questo bilancio, in prospettiva? Vuol dire che l’Inter viaggia ancor di più verso una stabilità finanziaria. E che in futuro, a maggior ragione a fronte di un club che arriverà a registrare un segno positivo, ci saranno maggiori margini di manovra per investimenti. Cambierà qualcosa in termini di calciomercato? Magari i dirigenti avranno una (contenuta) dose di maggiore libertà per gli acquisti, ma non c’è da aspettarsi un cambio netto di orizzonte. Del resto, già l’ultima sessione di mercato ha spiegato quali sono gli indirizzi che il fondo statunitense vuole continuare a seguire, con un occhio di riguardo se possibile alla carta d’identità dei giocatori da mettere in organico. È invece logico pensare che molte risorse saranno impiegate per arrivare a dama sul progetto stadio. Per Oaktree è la condizione necessaria per un futuro al top", aggiunge il quotidiano.
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