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È il giorno per l'Inter e i suoi tifosi. Dieci anni dopo quel 22 maggio del 2010, i nerazzurri tornano a giocare una finale in campo europeo. Nel mezzo tanti passi falsi in Europa da parte dei club italiani, ma stasera potrebbe arrivare l'occasione per il riscatto del calcio italiano. "L’Inter di oggi è una via di fuga da questo decennio buio, ma questa finale è una possibilità prima di tutto per l’Inter stessa", sottolinea Repubblica.
"Conte ha sempre vinto al primo colpo, ovunque sia stato, anche se in Europa mai: le coppe gli sono sempre andate di traverso. Però il primo anno di Conte, ovunque sia stato, è sempre stato il migliore, il più esaltante, il più travolgente e soprattutto il più trascinante: lui è uno che cambia il corso delle cose nei posti dove sta, anche se poi all’Inter, e chissà perché solo qui, le spine del suo carattere le ha sfoderate subito, non ha concesso neanche il tempo di abituarsi all’idea di lui. La squadra però giura di volergli bene"
"L’impressione è che l’Inter sia a un bivio, e non tanto per quello che succederà con l’allenatore da domani in avanti (in Inghilterra si comincia a parlare di Conte al Manchester United, addirittura in coppia con Paratici) ma perché la barriera di separazione tra il non vincere mai e tornare a vincere qualcosa resta incombente. E chissà quali sarebbero le reazioni generali, da Zhang in giù, se questa barriera resistesse anche in questa Colonia estiva.«Sarà la mia ultima partita con l’Inter? Se c’è una cosa che ho imparato è godermi il momento, a 360° e senza rimpianti». Partire magari sarebbe un po’ morire, ma non vincere questa finale sarebbe anche peggio".
(Repubblica)
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