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Getty Images
In vista della nuova stagione, La Gazzetta dello Sport traccia un bilancio sull'Inter che sta nascendo, in attesa delle ultime settimane di mercato:
"L’Inter appare come un blocco solidissimo costruito intorno al suo 3-5-2. Prima cementato da Antonio Conte, con Simone Inzaghi ha assunto una forma più malleabile soprattutto nell’interscambio delle posizioni a inizio azione, ma l’occupazione degli spazi resta sempre abbastanza lineare, grazie anche a Brozovic che tiene insieme la struttura. I nerazzurri alzano gli esterni sulla linea degli attaccanti, le due mezzeali producono invasioni (Barella) e invenzioni (Calhanoglu e ora Mkhitaryan), Lukaku e Lautaro si incrociano e sanno giocare benissimo uno davanti all’altro come hanno imparato a fare sotto Conte. Una delle varianti più efficaci è stata e sarà la spinta di uno dei due “terzi”: quando serve alzare il ritmo, magari contro un avversario chiuso in blocco basso, soprattutto a sinistra l’Inter aggiunge un uomo in fascia, soprattutto Dimarco, che da ex terzino di fascia a quattro aggiunge un’opzione in più - grazie anche un piede ben calibrato - permettendo all’esterno davanti a lui di occupare l’area. In questo modo, la squadra di Inzaghi in un certo senso abbandona la difesa a tre per difendere con due, mossa che può anche aiutare nello stare più corti e aumentare l’aggressività una volta persa palla, perché - come sostiene Arrigo Sacchi - il 3-5-2 non sempre permette di alzare il pressing sugli avversari".
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