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Vocalelli (GdS): “L’Inter mischia le carte, ma pesca sempre l’asso. Inzaghi decisivo”

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2024 perfetto per i nerazzurri, capaci di conquistare 13 vittorie in altrettante partite ufficiali. E ora l'Europa
Fabio Alampi Redattore 

Alessandro Vocalelli, nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, ha analizzato il successo dell'Inter sul campo del Bologna: "Una squadra forte, complimenti all'Inter. Lo ha ripetuto dieci volte Thiago Motta e, di sicuro, non per omaggiare la sua vecchia squadra. Ma semplicemente - da allenatore con le idee chiare e da professionista sincero - per fotografare una partita in cui il Bologna non ha assolutamente sfigurato. Ma ha avuto la "sfortuna" di trovare un gruppo al massimo della condizione fisica, atletica e psicologica, capace di indirizzare una partita - e conquistare la decima vittoria consecutiva - affidandosi ad alcune alternative (perché chiamarle riserve è un'offesa per chi sognerebbe di averle come titolari) capaci di farsi trovare pronte al momento opportuno. La vittoria dell'Inter deve, perciò, aver inorgoglito in maniera particolare Inzaghi. Perché, per un pilota, non c'è nulla di più gratificante che mischiare le carte e pescare sempre l'asso dal mazzo.

È successo così che l'Inter ha cancellato le delusioni con l'unica squadra capace di darle qualche amarezza in campionato e in Coppa Italia, ha portato momentaneamente il vantaggio a più 18, ha toccato quota 75 superando il tetto dello scorso anno, si è preparata alla sfida di mercoledì a Madrid, ha festeggiato il compleanno nerazzurro e ha celebrato la fama di studioso del suo allenatore. Perché si dice che nel calcio non ci sia più nulla da inventare, ma il gol con cui l'Inter ha battuto il Bologna - combinazione dei due "braccetti" della difesa a tre e gol di Bisseck - è qualcosa che rientra nella sua collezione di trovate.


Perché è vero, come dice anche Thiago Motta, che l'Inter è una squadra forte, ma la mano dello staff - come ama ripetere anche Inzaghi - si vede eccome. E tra giocatori riportati al massimo splendore e altri portati al top del rendimento, tra invenzioni e cambi di compiti più ancora che di ruoli, non c'è dubbio che Inzaghi abbia svolto un ruolo decisivo. Sostenendo il lavoro della società - bravissima nelle scelte e illuminata nel tempismo - che intanto gli ha già prenotato il futuro. Non tanto per quanto riguarda il rinnovo del contratto - ci sarà tempo - ma mettendogli a disposizione nell'estate scorsa uno come Frattesi e nella prossima Zielinski. Ecco cosa vuol dire programmazione: non farsi ingolosire solo dall'anagrafe - in quell'abusato "progetto-giovani" - o dai parametri zero. Si può fare tutto, e tutto bene: basta farlo con idee e competenza.

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Fatto sta che l'Inter si è presa meritatamente un vantaggio così largo per potersi concentrare sulla sfida di mercoledì con l'Atletico Madrid e la corsa in Champions. Non sarà facile in Spagna - e non fatevi ingannare dalla sconfitta con il Cadice - ma tutto è stato preparato con cura per un confronto fino a qualche anno fa inimmaginabile. Perché Simeone, che ha cinque anni in più dell'interista, ha già messo insieme titoli nazionali e internazionali, che lo hanno portato a essere tra i più pagati al mondo. Ma in questo strano gioco di assonanze, il Sim-One nerazzurro ha dimostrato di essere pronto per entrare nell'élite della panchina. Con quella seconda stella ormai a un passo, dopo le Coppe nazionali e la finale di Champions della passata stagione".

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