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Inter, ciclone Thuram sull’Atalanta: il messaggio alla Serie A è chiaro

Alessandro Cosattini Redattore 
L'Inter strapazza l'Atalanta: termina 4-0 a San Siro, un match dominato dall'inizio alla fine dai nerazzurri di Simone Inzaghi

L'Inter strapazza l'Atalanta: termina 4-0 a San Siro, un match dominato dall'inizio alla fine dai nerazzurri di Simone Inzaghi. Ecco l'analisi del match secondo Tuttosport:

Inter devastante

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"Prova di forza. Difficile descrivere in maniera diversa la prova dell’Inter di ieri sera nel primo scontro diretto del campionato contro l’Atalanta. I campioni d’Italia hanno surclassato i campioni dell’Europa League ’23-24 con un rotondo 4-0 che non lascia spazio a molte riflessioni. Grazie a due avvii di tempo devastanti, i nerazzurri di Simone Inzaghi non hanno dato scampo a un’Atalanta rimaneggiata, sì, ma comunque mortificata dall’incisività e della cattiveria messa in campo dai padroni di casa. L’Inter, così, ha cancellato definitivamente il passo falso di Marassi all’esordio, e dopo il 2-0 con il Lecce, ecco il feroce 4-0 di ieri, un messaggio al campionato e alle rivali scudetto, in attesa soprattutto della risposta di domani della Juventus.

Inzaghi-ball

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Inzaghi, così come accaduto col Lecce, ha chiesto ai suoi di partire col piede sull’acceleratore e ha sorpreso l’Atalanta, aggredita su ogni versante. Logica conseguenza, il doppio vantaggio nerazzurro in dieci minuti. È vero che l’1-0 è arrivato su sfortunata deviazione di Djimsiti su cross basso di Thuram, ma la rete è arrivata al termine di una bell’azione tutta di prima dei padroni di casa, partita da Darmian e rifinita da un tacco di Pavard e dalla verticalizzazione di Mkhitaryan per l’attaccante francese. Da quel momento - eravamo al 3’ - l’Inter ha giocato un quarto d’ora spettacolare, facendo vedere uno quella manovra avvolgente che aveva caratterizzato larghi tratti della scorsa stagione: “Inzaghi-ball”, direbbero quelli bravi.

Atalanta mai in partita

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L’Inter ha fatto girare la testa all’Atalanta, con Gasperini in piedi al limite della sua area tecnica, immobile, fra il deluso per l’approccio dei suoi e l’impotenza nel contrastare la manovra dell’Inter. Che ha mostrato nuovamente di essere una squadra fluida, con giocatori che vanno a occupare gli spazi, più che agire nelle loro posizioni canoniche. Così si è rivisto Dimarco fra gli attaccanti, Acerbi in sganciamenti offensivi al centro. Barella o Mkhitaryan sulla linea dei difensori a coprire e costruire, Pavard e Darmian a scambiarsi sulla corsia destra: una squadra senza punti di riferimento (a fine gara Taremi in costruzione era il difensore di destra…). Proprio Pavard c’ha messo due volte la testa, a contrasto nell’area dell’Atalanta, nell’azione del 2-0, col pallone vagante respinto da Pasalic finito al limite dell’area e scaraventato in porta con un bellissimo sinistro al volo da Barella (10’). Intorno al 15’ il primo squillo della Dea - destro di Zappacosta dal limite respinto da Sommer - che ha cercato di prendere possesso del campo, ma è sempre stata l’Inter a rendersi pericolosa con diverse ripartenze (una di Thuram, in sospetta posizione di fuorigioco, è terminata sul palo).


Due tempi in fotocopia

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L’avvio della ripresa è stata la fotocopia del primo tempo, anche se in questo caso c’ha messo del suo pure l’Atalanta, disattenta in difesa e poco reattiva sulle palle sporche. Al 3’, su rimessa laterale di Bastoni (che aveva dato il via anche al 2-0), testa di Djimsiti, dormita di Zappacosta e Pasalic e tocco vincente di Thuram che si è poi ripetuto, ancora di rapina, all’11 con la difesa atalantina ancora ferma su palloni alti in area. Il finale è stata accademia, con Taremi e Arnautovic a cercare il quinto gol. E l'Atalanta? Sicuramente le assenze nel pacchetto arretrato e la mancanza di alternative in altre zone del campo, hanno condizionato la preparazione della partita", si legge.