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Con un anno in più sulle spalle dei più stagionati (Acerbi, lo stesso armeno) e il calo fisiologico da dopo scudetto, accusato anche da Milan e Napoli, Inzaghi è costretto a ricorrere all’orgoglio e alle energie di chi gioca di meno. Simone lo ha già mandato a dire: il muretto che separava i titolari dagli altri, che all’Inter è stato sempre più alto che altrove, è stato spianato. Nessuno ha più la garanzia del posto fisso, tutti a rischio di lavoro interinale. Una nuova, più intensa, concorrenza interna, può essere la scintilla che riaccende il furore. Ma non a Udine, dove dovrebbero esserci solo 3 novità rispetto al derby: una forzata (Frattesi per l’infortunato Barella), poi Bisseck per l’involuto Pavard e Darmian per Dumfries.
È la conferma di quanto peso attribuisca Inzaghi alla partita di oggi. Semmai cambierà di più in Champions, contro la Stella Rossa, ma quella del Friuli non può assolutamente permettersi di sbagliarla. Ridursi a 2 vittorie in 6 partite (un campionato fa erano 5), vorrebbe dire portarsi le polemiche in casa. L’Inter oggi vuole riprendere il passo da 3 punti, possibilmente con i gol di Lautaro che da marzo scorso ne ha segnato un solo, a maggio, al Frosinone. Ma Inzaghi sa che l’Udinese bivacca un paio di punti più in su ed è una delle poche a reggere la fisicità dell’Inter", aggiunge Gazzetta
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