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Inter, vietato sbagliare. Concorrenza per riaccendere la scintilla, la spinta di Frattesi

Andrea Della Sala Redattore 
Dopo la sconfitta col Milan, l'Inter deve tornare a vincere. A centrocampo l'ex Sassuolo al posto di Barella infortunato

L'Inter torna in campo dopo la brutta sconfitta nel derby. Oggi la squadra di Inzaghi sarà ospite dell'Udinese nel Bluenergy Stadium. Sfida delicata visto che l'Udinese ha iniziato alla grande la stagione, ma l'Inter non può permettersi altri passi falsi.

"Inzaghi non deve cucire un vestito nuovo per l’Inter. Quello che ha messo addosso ai suoi ragazzi è perfetto, certificato da uno scudetto e da una finale di Champions. Il problema è che, forse, si sono stufati di indossarlo. La seconda stella è stata un’impresa etica prima che tecnica, una cavalcata senza pause, con la massima applicazione anche nei contesti di provincia meno eccitanti. Due gol e due punti concessi al Genoa al debutto, due approcci svogliati a Monza e nel derby hanno segnalato qualcosa di interrotto nell’anima della squadra. La stanchezza spiega la forbice spalancata tra la prestazione contro il City e quella contro il Milan. Se, pur restando la squadra più fisicata, l’Inter comincia a prendere gol da fermo che prima non prendeva; se va in svantaggio come prima difficilmente accadeva, perché sbranava la partita al primo morso, significa che attenzione e concentrazione sono in riserva. Inzaghi non è Conte e neppure Gattuso, sarebbe poco credibile come sergente di ferro da sfuriate. In tre anni, la squadra lo ha sempre seguito, anche nella primavera nera del 2023, quando sembrava appeso a un filo. Ora, per evocare il furore perduto, dovrà provvedere in altro modo. Per esempio, smanettando il turnover che non ha mai amato", analizza La Gazzetta dello Sport.

Con un anno in più sulle spalle dei più stagionati (Acerbi, lo stesso armeno) e il calo fisiologico da dopo scudetto, accusato anche da Milan e Napoli, Inzaghi è costretto a ricorrere all’orgoglio e alle energie di chi gioca di meno. Simone lo ha già mandato a dire: il muretto che separava i titolari dagli altri, che all’Inter è stato sempre più alto che altrove, è stato spianato. Nessuno ha più la garanzia del posto fisso, tutti a rischio di lavoro interinale. Una nuova, più intensa, concorrenza interna, può essere la scintilla che riaccende il furore. Ma non a Udine, dove dovrebbero esserci solo 3 novità rispetto al derby: una forzata (Frattesi per l’infortunato Barella), poi Bisseck per l’involuto Pavard e Darmian per Dumfries.

È la conferma di quanto peso attribuisca Inzaghi alla partita di oggi. Semmai cambierà di più in Champions, contro la Stella Rossa, ma quella del Friuli non può assolutamente permettersi di sbagliarla. Ridursi a 2 vittorie in 6 partite (un campionato fa erano 5), vorrebbe dire portarsi le polemiche in casa. L’Inter oggi vuole riprendere il passo da 3 punti, possibilmente con i gol di Lautaro che da marzo scorso ne ha segnato un solo, a maggio, al Frosinone. Ma Inzaghi sa che l’Udinese bivacca un paio di punti più in su ed è una delle poche a reggere la fisicità dell’Inter", aggiunge Gazzetta