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La Gazzetta dello Sport di oggi si sofferma sul carattere di Antonio Conte: "L’interpretazione totalizzante del ruolo ne ha probabilmente accorciato le permanenze nei precedenti club (tre anni alla Juve, due al Chelsea), ma al tempo stesso ha azzerato le attese per tornare non solo competitivi, ma vincenti. Prese la Juve settima, e vinse al primo colpo; il Chelsea decimo: idem. Inevitabile che non si accontenti di essere vicino alla vetta, nonostante le dichiarazioni sul «percorso» e sulle «tappe che non si possono saltare».
Quella in piedi, a maggio, deve essere la sua Inter. Da qui nasce il perfezionismo, l’esigenza nei confronti dei giocatori (che in alcuni casi però trovano un padre, oltre che un condottiero) e la scelta di uno staff che sia altrettanto intransigente e motivato.
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