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Presto Conte potrebbe avere nuove forze per l'Inter dal mercato. Dopo Young, oggi Moses sosterrà le visite mediche e in arrivo pare esserci anche Eriksen dal Tottenham. Il tecnico potrebbe anche cambiare lo schieramento utilizzato finora per la sua squadra:
"Gli allenatori ripetono che non contano i moduli, ma i principi. Quelli di Conte sono ben riconoscibili sotto il mutare delle forme, dal 4-2-4 di Bari, al 3-5-2 di Juve, Italia e Inter, passando per il 3-4-3 del Chelsea: intensità di gioco, pressione per un recupero veloce, aggressione dell’area con 4, meglio 5 uomini, centravantone boa. I cinque aggressori dell’Inter sono: le due punte, i due esterni e uno dei due interni (Barella) che si butta dentro. In realtà, questo 3-5-2 ha due lacune strutturali: la mancanza di un giocatore abile nell’uno contro uno e nella giocata spiazzante (un Dybala, per intenderci) ed esterni di scarso peso in attacco. Finora, il grande ritmo della squadra e l’alta produttività di Lukaku e Lautaro, hanno nascosto i limiti. Ma se, come a Lecce, l’intensità cala, l’avversario si dispone a specchio per imbrigliare e ingabbia le punte, ecco che l’Inter, come dice Conte, diventa «una squadra normale» e mostra tutta la sua prevedibilità", si legge su La Gazzetta dello Sport.
"La qualità sta arrivando, però: Eriksen e Moses dovrebbero raggiungere Young alla Pinetina. La domanda è: inserirli nell’impianto attuale o andare oltre il 3-5-2? Nella prima ipotesi Eriksen prenderebbe il posto di Sensi appoggiando la regia di Brozo, fermo restando il ruolo di incursore di Barella, con Moses e Young in fascia. Ma il ricordo di Londra e la parabola del Gasp, andato oltre il 3-5-2, potrebbero ispirare Conte. Antonio arrivò al Chelsea e cambiò pochissimo: mantenne la difesa a 4 e quasi tutti i titolari in un 4-1-4-1 che dava continuità, ma non emanava il suo calcio. Allora cambiò: difesa a 3, fuori due costruttori come Oscar e Willian, che ostacolavano pressing e ritmi alti, e 3-4-3, con Pedro e Hazard ai fianchi di Diego Costa e la furia di Moses (già…) e Alonso sulle fasce. Kantè e Matic in mezzo a dare peso e ordine. Antonio recuperava i suoi principi: pressione, intensità, aggressività offensiva. Sgasò con un filotto di 5 vittorie, ne fece 4 allo United di Mourinho, e andò a vincere un titolo entusiasmante", aggiunge il quotidiano.
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