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"Una crescita esponenziale. Cominciata tardi, però. Già perché prima di diventare protagonista nell’Inter, e poi in Nazionale, Dimarco ha dovuto girare l’Italia e non solo. Insomma, la squadra nerazzurra aveva un tesoro in casa (è cresciuto tra Interello e la Pinetina), ma ci ha messo parecchio a scoprirlo". Apre così il Corriere dello Sport il suo focus sullo straordinario momento di forma di Federico Dimarco, ormai diventato una colonna dell'Inter anche della Nazionale. Scrive il quotidiano: "E una parte del merito va senz’altro ad Inzaghi. Nell’estate del suo sbarco a Milano, infatti, il tecnico piacentino si trovò in squadra Dimarco, reduce dalla preziosa esperienza in prestito al Verona di Juric, ma comunque con il destino in bilico. Essendosi messo in luce in gialloblù, davanti ad un’offerta importante, l’Inter meditava di venderlo.
Ma è intervenuto Inzaghi e ha stoppato tutto: quel mancino lo aveva conquistato nel giro di pochi allenamenti e così ha preteso che rimanesse. Beh, è stata la sua fortuna. Tre anni e qualche mese dopo, infatti, Dimarco è ormai considerato uno dei migliori terzini sinistri del mondo. In quei lunghi anni di gavetta, trascorsi a girare per l’Italia e non solo (Ascoli, Empoli, Sion, Parma e appunto Verona), era difficile immaginarlo. Peraltro, anche il primo ritorno in nerazzurro non era andato così bene. Dopo 6 mesi (trascorsi in panchina), infatti, Conte lo aveva “spinto” in prestito da Juric. Sotto l’allenatore croato, però, Dimarco ha fatto il salto di qualità: ha svoltato come giocatore, avviando un percorso straordinario. Sotto Inzaghi, nella prima stagione, è rimasto alle spalle di Perisic, giocandoci anche insieme, come braccetto sinistro della difesa. Andato via il croato, invece, Dimarco si è preso il suo posto e non l’ha più mollato.
La verità è che ormai Dimarco è uno degli elementi più determinanti nell’impianto di gioco di Inzaghi. Anche l'Inter ne ha riconosciuto il valore. Lo scorso dicembre, infatti, è arrivato il rinnovo di contratto fino al 2027, con ingaggio alzato fino a 4 milioni. La sua qualità più evidente è un piede sinistro fuori dal comune, ma possiede pure altre doti, come la visione di gioco, la capacità di inserimento in area e un fisico comunque importante. Con Bastoni, inoltre, ha creato un’intesa speciale, che, allargata a Mikhitaryan, ha permesso di costruire una catena di sinistra risultata spesso devastante. Non è un caso, insomma, che sui 20 segnati quest’anno dall’Inter, ben 8 siano nati dal lato mancino del campo. Dimarco ne ha ispirati direttamente un paio, firmando in prima persona il temporaneo pareggio nel derby. Ma era sostanzialmente così anche lo scorso anno: 6 centri e 8 assist. Peraltro, conseguenza anche di giocate che spesso non sono banali e che, quindi, diventano di difficile lettura per gli avversari. Un esempio su tutti: la clamorosa parabola da poco oltre la metà campo con cui beffò Turati, nel match casalingo contro il Frosinone nello scorso campionato. Solo che certe prodezze, per Dimarco, sono diventate quasi un’abitudine...".
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