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Esordio negativo per l'Inter in Champions League. Con lo Slavia Praga, avversario più morbido del girone, arriva un pareggio acciuffato nel finale, dopo che gli avversari cechi hanno messo in difficoltà per tutta la gara i nerazzurri e avrebbero meritato i tre punti.
"Da «Grosso guaio a Chinatown» a «Meglio tardi che mai». Dagli occhi sbarrati d’incredulità della dinastia Zhang (in tribuna) a quelli spiritati di Barella per un pari afferrato al 92’ con la forza della disperazione, come in un film, quando l’eroe salva l’amico che sta precipitando nel baratro. Da una Champions che sembrava persa prima di cominciare all’ennesima dimostrazione di carattere misto a follia che non può essere però un alibi eterno. Non è stato il remake di Inter-Tottenham, debutto dell’anno scorso, quando Icardi e Vecino ribaltarono lo 0-1 al fischio finale. Qualcuno sognava che il miracolo potesse addirittura ripetersi nel recupero, ma sarebbe stato troppo: meglio ringraziare il cielo per questo 1-1 e rimontare il giocattolo. Se lo Slavia fosse tornato a Praga con tre punti non avrebbe rubato niente. Più va avanti l’Inter e più sembra andare indietro e perdersi – i segnali s’erano già avvertiti contro l’Udinese – e Lukaku sembra il più smarrito. Per fortuna di Conte c’è uno che non si perde mai e indica la strada agli altri: Sensi.
Responsabilità? Collettive. Quasi tutti al di sotto della sufficienza, ma qualcuno di più, cominciando da un Brozovic mai in partita, forse confuso dal cinema di centrocampo. Sensi era troppo alto e toccava a De Vrij a impostare, facilitando così la strategia dello Slavia e obbligando l’Inter a muoversi in orizzontale. Come se tutto il lavoro degli ultimi due mesi fosse stato completamente dimenticato. Palle lunghe invece di triangoli in verticale, imprecisione, lentezza e soprattutto Lukaku che non azzeccava un appoggio, chissà che cosa gli succede, affiancato da Lautaro versione Toro nervoso. Comprensibile la furia di Conte, ma forse anche lui avrebbe dovuto anticipare le due mosse della svolta arrivate al 27’ del secondo tempo: e cioè l’entrata di Barella e Politano (per Brozovic e Lautaro), con il conseguente arretramento di Sensi davanti alla difesa. Per cominciare l’azione con un po’ di senso", si legge su La Gazzetta dello Sport.
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