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A distanza di 10 anni, l'Inter conquista un'altra finale europea. L'ultima fu in Champions, poi vinta e che consegnò all'Inter un Triplete storico. Ora, col successo di ieri in semifinale contro lo Shakhtar, l'Inter trova la decima finale europea. L'ultima in Coppa Uefa risale al 1997/98 quando l'Inter di Simoni, trascinato da Ronaldo, conquistò il trofeo battendo la Lazio.
BILANCIO - "Tre sconfitte in finale, a fronte di sei vittorie: un bilancio di tutto rispetto, che piazza l’Inter fra chi gli ultimi atti tende a vincerli, nell’elenco di chi ne ha giocati parecchi. Il bilancio di 6-3 diventa 6-4 se consideriamo anche la Supercoppa Europea post-Triplete, persa con l’Atletico Madrid, risale fino a 9-4 aggiungendoci le tre vittorie su tre centrate fra Intercontinentale e Mondiale per club (2010, 3-0 al Mazembe)", ricorda La Gazzetta dello Sport.
UEFA - "Restringiamo il campo all’Europa League/Coppa Uefa: tre vittorie, una sconfitta. In quel maggio 1997 a passare alla storia dalla parte sbagliata fu Roy Hodgson, un anno dopo lo vendicò Gigi Simoni, che si aggiunse al mini-elenco che comprendeva il monumento Giovanni Trapattoni e “il precario” Giampiero Marini, traghettatore d’emergenza di una stagione sciagurata che portò l’Inter a salvarsi per un solo punto, con 14 sconfitte e 11 vittorie in A. In Europa però tutto diverso, a partire da Bergkamp, capocannoniere con otto gol. Marini subentrò a Bagnoli e fece fuori Borussia Dortmund, Cagliari e in finale il Salisburgo, con doppia vittoria: festeggiò a San Siro (gol di Jonk), era la seconda Uefa. La prima l’aveva sollevata all’Olimpico, nel 1991, “sull’onda lunga” dello scudetto dei record. Era la squadra dei tedeschi, di Matthäus, Brehme e Klinsmann, ma anche di Berti, Bergomi e Zenga, decisivo al ritorno nel limitare il passivo contro una Roma che doveva ribaltare lo 0-2 di San Siro (rigore di Matthäus e gol di Berti). Segnerà solo Rizzitelli, a 10’ dalla fine, non basterà. Le romane portano bene all’Inter, in finale: la prima in gara secca del ‘98 è quella con la maglia a righe orizzontali, aperta da Zamorano, contro la Lazio di Eriksson, Nesta, Nedved e Mancini: 3-0".
CHAMPIONS - "Nella coppa più nobile, a cui si riproverà l’assalto nella prossima stagione, il bilancio vittorie-sconfitte in finale è più equilibrato. Il trionfo del 2010 di Madrid, contro il Bayern Monaco, ha riportato il bilancio in attivo, in una storia cominciata benissimo negli anni Sessanta e poi complicatasi nella seconda parte del decennio e agli inizi del successivo. La Grande Inter del presidente Angelo Moratti, dell’allenatore Helenio Herrera e di Facchetti, Picchi, Mazzola, Corso e Suarez (e ci scusino gli altri) vinse per due anni di fila, il primo al Prater di Vienna contro un Real Madrid mitologico, di Di Stefano, Puskas, Gento. Mazzola, Milani e ancora Mazzola lo piegarono, e un anno dopo l’Inter difese la corona sul terreno zuppo di pioggia di San Siro, contro il Benfica di Eusebio (per non farsi mancare nulla): stavolta decise Jair. La stagione successiva la corsa si fermò ai quarti, nel 1967 si tornò in finale, ma l’aura di imbattibilità fu spazzata via, a Lisbona, dal Celtic Glasgow. Non bisognerà aspettare troppo (solo cinque anni), per avere una’altra possibilità: ma contro la squadra che in panchina ora ha Giovanni Invernizzi c’è l’Ajax del calcio totale, campione in carica: a Rotterdam poca storia, Cruijff la chiude con un gol per tempo. Poi la grande attesa, fino alle Uefa degli anni 90 e al Triplete della “liberazione” targato Mourinho", chiude Gazzetta.
(Fonte: Gds)
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