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Lo dicono e lo diranno in molti. Contro il Manchester City sarà durissima per l'Inter. E su questa linea viaggia il commento di Andrea Di Caro, vice direttore de La Gazzetta dello Sport. A partire dalla grande prestazione contro il Real Madrid di Ancelotti, il giornalista parla della squadra di Guardiola che fa un calcio "celestiale. Un piacere per gli occhi. Per gli esteti e per i pratici. Per i giochisti e per i risultatisti. Per chiunque", si legge. Una squadra che ottiene tutto divertendo e concedendo pochissimo, che non lascia niente al caso. Il City crea un sacco di azioni e difende benissimo. "Ai fenomenali solisti offensivi del Real in due gare è stato concesso un gol e appena una manciata di occasioni", spiega ancora nello stesso articolo.
E molti meriti sono di Guardiola. "Un perfezionista inappagabile, un mago che ogni volta cerca e trova qualcosa di nuovo e imprevedibile. La qualità degli interpreti è eccelsa, ma è il gioco, è l’Idea (con la i maiuscola) a lasciare senza parole", si legge.
E quindi il passaggio sull'Inter, la risposta a chi si chiede se per i nerazzurri "sarebbe meglio non presentarsi". "Sulla carta non c’è quasi partita. Ma il calcio è lo sport più bello del mondo perché può essere imprevedibile. Ogni gara fa storia a sé. Contro uno stratega del livello di Pep (forse il più grande di sempre) Inzaghi dovrà essere un tattico perfetto", scrive Di Caro. In sostanza ai nerazzurri non saranno permessi errori. Perché il City ha Gundogan e De Bruyne oltre a Stones e Haaland. "C’è da farsi venire il mal di testa. Ma ogni partita inizia da 0-0 e nessuno parte battuto prima di giocare. E allora: coraggio Inter. È quasi impossibile batterli. Ma su quel quasi bisogna provare a costruire l’impresa", conclude.
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