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"Chiusure difensive, onda d’urto inglese azzerata, Manchester City sotto ritmo, Haaland che non vedeva mai il pallone. Eppure bisogna tornare a casa con l’orgoglio di una grande annata italiana: tre finali, perdute, certo, ma le perde soltanto chi le gioca. Ci siamo di nuovo, eccome. Sul prato di Istanbul avevamo cinque italiani su undici nella formazione iniziale, e italiano è stato anche lo sviluppo di una tradizione modernissima, chiudere e lanciarsi, soffocare e ripartire. Il City ha speso quasi due miliardi di euro per toccare finalmente la prima Champions della sua storia, eppure l’Inter poteva portargliela via con pieno merito. Da qui si riparte: non siamo più vittime sacrificali. Un sogno svanito è soltanto un altro sogno più bello domani".
(Repubblica)
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