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L’Inter italiana ha vinto solo il 58% delle partite, mentre per le strade europee la cifra si impenna al 75%: tre successi su quattro. L’unico 0-0 è il pari coraggio in casa del City che, al di là del punticino, ha raccontato parecchio dell’anima europea dei campioni di Italia. Dei sei gol segnati, quattro sono arrivati nella sfida in casa contro la Stella Rossa, unica partita filata via senza sudore. In Serie A, invece, la differenza di atteggiamento è evidente, quella abitudine a tenere la porta inviolata in Europa (4 clean sheet su 4) evapora di colpo. L’anno scorso di questi tempi i punti in classifica erano 7 più di adesso, 31 con appena 6 gol subiti (oggi è già a 14, più doppio), ma anche allora serviva sgomitare per arrivare in fondo. Solo dopo mesi di corpo a corpo Inzaghi lasciò definitivamente indietro Allegri, pure adesso i suoi nerazzurri sono pronti a farsi largo tra le rivali, cresciute nel frattempo di numero.
"A confortare Simone c’è il numero di occasioni che non cala, qualunque sia l’avversario. Ad Appiano sono certi che l’efficacia nel creare diventerà efficacia anche nel concludere, soprattutto quando Lautaro uscirà da questa strana condizione ibrida in cui pare imprigionato. Starebbe lì questa nuova allergia agli scontri diretti: nel 2023-24 solo vittorie con le big a parte un pari allo Stadium, adesso due punti appena raccolti tra Milan, Juve, Napoli e successo solo contro l’Atalanta. Semmai, la differenza starà tutta nei dettagli difensivi perché, si sa, a volte può bastare un corner per rovinare la cena. Pur col rimpianto di quella rete concessa, l’Inter anti-Napoli è stata comunque ben equilibrata e da questo ripartirà Inzaghi a metà della prossima settimana, quando tornerà la comitiva sparsa per il mondo. Ricorderà a tutti che serve la stessa applicazione con cui ci si è arrampicati fino alla stella: vincere in Italia e in Europa è possibile, ma serve che le due Inter diventino una", aggiunge il quotidiano.
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