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Prima in classifica da sola, almeno per una notte. L’Inter è lassù, dove a inizio stagione era difficile immaginarla: 26 punti in 10 giornate (non succedeva dal 1997-98) grazie al 3-2 di ieri
sera alla Sampdoria propiziato da 3 reti degli ex blucerchiati Skriniar e Icardi (doppietta). La formazione di Spalletti non è un bluff: lo aveva già dimostrato fermando la corsa del Napoli
sabato scorso e lo ha confermato contro la squadra di Giampaolo, fino a questo momento la rivelazione del campionato. D’accordo quando hanno creduto di essere al sicuro, sul 3-0, si sono fermati e hanno rischiato la beffa, ma per un’ora abbondante Icardi e compagni hanno schiacciato la Samp con una facilità disarmante, trasformando il match in un vero e proprio tiro al bersaglio. Le parate di Puggioni hanno limitato i danni, ma la produzione offensiva dei nerazzurri è stata impressionante: al di là dei 3 gol, hanno colpito 3 legni (2 con Perisic e 1 con Icardi) e hanno concluso più del doppio degli avversari (24-12). Se non avessero vinto Spalletti non avrebbe fatto passare una serata tranquilla ai suoi. Anche perché nel finale sono riemersi i limiti (soprattutto di tenuta psicologica) di un’Inter che lo scorso anno era naufragata chiudendo al settimo posto. Le difficoltà dei padroni di casa, però, sono merito anche di Giampaolo che con Caprari ha corretto una squadra incapace di far scattare le trappole con le quali aveva messo in crisi il Milan.
Secondo il Corriere dello Sport l’Inter ha costruito la vittoria nel primo tempo, il migliore della sua stagione, nel quale ha dominato (16-3 i tiri, 6-0 quelli nello specchio): i nerazzurri hanno corso il doppio, segnale di una condizione fisica ottimale dopo la “battaglia” del San Paolo, e hanno mostrato idee chiare. La sensazione è che nell’ultimo mese la crescita sia stata netta, soprattutto nella testa, e che la convinzione del gruppo sia da scudetto, anche se il tecnico di Certaldo quella parola non la vuol sentir dire. Del resto quando hai un attaccante come l’argentino, 11 gol in 10 giornate (oltre il 50% del totale della sua formazione) e 100 da quando è arrivato in Italia, sognare dopo 6 anni d’assenza il ritorno in Champions League (e non solo quello) è inevitabile. Maurito ha firmato il 2-0 con un gran diagonale, dopo che Skriniar aveva aperto le marcature. I due ex non hanno avuto pietà di una Samp che era stata allargata dal palleggio nerazzurro, non rapido ma sicuramente preciso, e affondata dalle ripartenze. Giampaolo è andato in difficoltà sulle fasce dove Candreva e Perisic hanno dilagato anche perché Spalletti ha colpito il rombo blucerchiato con una precisione chirurgica: sapeva che gli esterni bassi avversari (Bereszynski e Murru), lasciati soli in fase di copertura da Ramirez e quasi mai aiutati dalle scalate di Barreto e Praet, avrebbero potuto andare in crisi e ne ha evidenziato le difficoltà con le sovrapposizioni di D’Ambrosio e Nagatomo. Al 45' il match sembrava finito e la sensazione è stata ancora più netta quando Icardi ha “imbucato” il 3-0.
E qui, dopo il 20' della ripresa, sono iniziati i demeriti nerazzurri che hanno creduto di aver vinto e hanno provato a gestire, senza essere in grado di farlo. E' stato bravo anche Giampaolo che ha indovinato i cambi: Caprari da trequartista è stato più bravo dell’anonimo Ramirez, Kownacki più incisivo di Zapata. La Samp è stata più veloce e ha mostrato una maggiore intensità, così ha trovato prima il 3-1 con il polacco e poi il 3-2 con Quagliarella, 4 gol nelle ultime 4 sfide contro l’Inter. I padroni di casa hanno finito in debito d’ossigeno anche perché per la terza volta di fila la formazione iniziale è stata la stessa e San Siro ha potuto esultare solo dopo che la volé di Caprari è terminata alta. Un po’ troppa sofferenza, ma l’Inter di Spalletti è destinata a far parlare di sé.
(Fonte: Andrea Ramazzotti, 25/10/17)
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