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Inter e Milan: crisi senza fine. Milano ai margini dell’Europa. A 5 giornate dalla fine…

Riccardo Fusato

Il calcio italiano sta assistendo al declino di Inter e Milan

Il calcio italiano sta assistendo al declino di Inter e Milan.  Il fatto è, diciamo la verità anche se può far male, che delle due compagini milanesi, oggi, ci sono soltanto i colori, le maglie e i tifosi. Dei giocatori, nessuna traccia (salvo qualche eccezione). Gli allenatori (chi più chi meno) sempre in discussione. I programmi tanto faraonici nei discorsi (compreremo questo e quello…) quanto nebulosi nella realizzazione. Risultato: rossoneri al sesto posto, nerazzurri al settimo, e tante lacrime. Possibile che Milano, calcisticamente parlando, sia caduta tanto in basso? Detto che la sesta poltroncina, al netto di clamorose sorprese (la Lazio dovrebbe arrivare settima e vincere la Coppa Italia), vale un posticino in Europa League, bisognerebbe anche conquistare qualche punto e vincere qualche partita per raggiungere l’obiettivo. A meno che non ci vogliano andare, l’Inter e il Milan: il pensiero è malizioso, ma se si gioca così è difficile arrivare al traguardo. Fare i preliminari di Europa League significa accorciare le vacanze dei giocatori e cancellare (o ridurre) le tournée asiatiche: sta’ a vedere che... Ma no, dài... Il derby di una decina di giorni fa ha certificato la pochezza tecnica dell’una e dell’altra, ha evidenziato che l’Inter interpreta il calcio come uno sport di 45 minuti (nella ripresa smette di giocare) e ha mostrato che il Milan, a parte qualche scatto d’orgoglio e qualche zampata all’ultimo secondo, poco altro può regalare. I rossoneri, contro il Pescara in trasferta e l’Empoli in casa, hanno raccolto la miseria di un punto. I nerazzurri, nelle ultime cinque partite, hanno messo insieme due pareggini e si sono beccati tre sberle, conditi da tredici gol subiti, alla faccia di quei poveri sventurati che ancora ricordano il bel catenaccio che fu (da Helenio Herrera a Mourinho, passando per Trapattoni). Restano cinque giornate per rinnovare il passaporto e far tornare San Siro un palcoscenico europeo (anche se di un’Europa minore), ma non ci s’illuda che un’eventuale qualificazione nelle coppe salvi la stagione e cancelli le brutture cui gli spettatori hanno assistito. Se il secondo tempo dell’Inter a Firenze è stato il punto più basso toccato dai nerazzurri (parole di Stefano Pioli), il primo tempo del Milan contro l’Empoli non è stato da meno: inguardabile. In questi casi il gioco che si innesca è la caccia al colpevole, ma siccome le responsabilità del disastro sono collettive qui servirebbe un’intera muta di spinger-spaniel per «raccogliere» gli indiziati. All’Inter, da parecchie settimane, si ragiona sul nome del prossimo allenatore. Lo fanno i tifosi nei bar, ma anche i dirigenti nelle segrete stanze. La cosa curiosa è che, dopo il 7-1 sull’Atalanta, cinque partite fa, Pioli è un genio, mentre adesso è la causa di tutti i mali: forse, prima di esprimere giudizi (in negativo come in positivo), sarebbe necessario prendersi un po’ di tempo e valutare con attenzione. Altrimenti si finisce per incorrere nei soliti errori.

(Gazzetta dello Sport)