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Inter e Milan discutono di San Siro. La Scala del calcio ostaggio di quella che si può considerare alla stregua di una bega condominiale. Ieri anche l’Inter ha spiegato di aver dato la disdetta alla società che gestisce San Siro negli ultimi giorni del 2017, una conseguenza dell’azione del Milan, più che altro su consiglio dei legali per evitare che oneri e responsabilità ricadessero esclusivamente sul club nerazzurro, che ha ribadito la sua volontà di rimanere a San Siro e non ha gradito la mossa dei cugini. Comunque anche per la società di via Aldo Rossi, all’indomani del botta e risposta con il sindaco Sala sulle intenzioni riguardo allo stadio del club di Yonghong Li, in questo momento la priorità è continuare a giocare al Meazza. Nessun collegamento sull’eventuale decisione di costruire uno stadio di proprietà: la disdetta a M-I Stadio viene considerata solo un passaggio formale per evitare il rinnovo automatico dell’accordo a sei mesi dalla scadenza. Il Milan sostiene di voler verificare se è possibile migliorare condizioni economiche e burocratiche. Per farlo i club hanno sei mesi di tempo e alla fine si potrebbe semplicemente arrivare a una revisione dei contratti.
L’Inter ha invitato il Milan a incontrarsi il prima possibile per cercare una soluzione e capire le rispettive intenzioni su San Siro. Nel progetto dell’Inter ci sarebbe anche la realizzazione dell’ultimo lato del terzo anello dedicato esclusivamente ad hospitality e spazi commerciali; mentre il Milan non è interessato all’area a sud di Milano proposta dall’amministrazione. Comunque entro fine mese potrebbe esserci il primo incontro per M-I Stadio. Anche perché il Comune, dopo l’invito del sindaco Sala ai due club a decidersi su cosa fare, non vuole perdere altro tempo e nelle prossime settimane chiede di incontrarli.
(Libero)
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