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L'edizione odierna del Corriere dello Sport spiega come la gara di ieri contro lo Sparta Praga sia stata utile all'Inter per sperimentare la difesa a tre
“Frustata” dopo la sconfitta del San Paolo, l’Inter ha reagito e nel primo tempo ha offerto una prestazione orgogliosa e ordinata. Di fronte allo sguardo di Steven Zhang, seduto accanto al vice presidente Javier Zanetti, i nerazzurri hanno schierato la seconda squadra contro uno Sparta già matematicamente primo nel girone. Il tecnico emiliano, però, ha sfruttato l’occasione per fare qualche esperimento che probabilmente avrà un futuro. Prima di tutto ha virato sulla difesa a tre, con Andreolli (capitano) insieme a Ranocchia e Murillo, per limitare i gol subiti, poi ha piazzato Melo in mezzo al campo (in attesa del ritorno di Medel, il brasiliano può essere importante) e Palacio in avanti. Sono queste le mosse anti crisi che potrebbero essere riproposte domenica in casa contro il Genoa, in un match decisamente importante per il domani nerazzurro. L’Inter è piaciuta per come ha sfruttato le fasce: Melo e Ansaldi, testato nel ruolo di mediano complice l’infortunio che ha bloccato in mattinata Gnoukouri (trauma distorsivo alla caviglia sinistra), si sono sforzati di allargare il gioco sulle corsie laterali dove le incursioni di Biabiany e Miangue sono state favorite da Eder e Palacio, intelligenti ad accentrarsi (trasformando il 3-4-3 in 3-4-2-1) per non lasciare solo il bravo Pinamonti. Quest’ultimo ha confezionato la rete dell’1-0 lavorando alla grande a centro area un cross di Miangue e mettendo in condizioni Eder di segnare al secondo tentativo. Il compagni hanno abbracciato tutti il baby bomber dal futuro assicurato”.
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