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"Questa è empatia: lo racconta la storia d’un club che ne ha avute di prove. Troppo facile buttarsi su Maradona, il più Grande, ma basta essere argentini per ritrovarsi amanti: punto e basta. Quasi a prescindere. Ci sono state stelle, e quante (Sivori), e scugnizzi che hanno stregato subito, e quanti (Lavezzi); c’è stato un tempo in cui non poteva esistere il Napoli senza una traccia di Buenos Aires. Ci sono stati simboli nel tempo (Pesaola), uomini che hanno scelto poi di stabilirsi per sempre, e c’è sempre stato come un filo rosso che ha legato due città che, lo disse Lavezzi, mentre stai atterrando, sembrano eguali. Mauro Icardi ha rappresentato, immediatamente dopo l’addio di Gonzalo Higuain, il «centravanti» su cui puntare: un rapido giro di perlustrazione, qualche inevitabile riflessione, poi la svolta e l’offerta e gli incontri con il management del bomber e, a seguire, con Wanda Nara. De Laurentiis non ha lesinato euro: un’offertona da sei milioni e mezzo, corredati da bonus vari. Comunque una proposta per un quinquennio (con tanto di clausola da 100 milioni). Perché Icardi non è soltanto gol, ma uno status: e un argentino, a Napoli, sa sempre come colpire al cuore della gente".
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