L'Inter non riparte, il periodo di crisi sportiva ed economica della società nerazzurra non sembra volgere al termine e il Corriere della Sera si serve di una metafora per trattare l'argomento: «L’Inter è uno specchio che riflette la stessa immagine incrinata da cinque stagioni perse. Quando sono dettati dalla disperazione economica i progetti vanno in frantumi e i piani di sviluppo diventano rifondazioni obbligate. Un’altra stagione buttata, svuotata di ogni obiettivo, perché non può esserlo il quarto posto, buono appena per evitare i preliminari di Europa League. Il gioco del «chi resta-chi parte» è già di gran moda, ma anche questa è un’abitudine frusta e spenta. In società si continua a parlare di strategie, partnership, merchandising e si guarda sempre più lontano, l’impressione però è che si dimentica spesso di curare il giardino di casa. Il presidenteThohir si dà un gran da fare per cercare nuovi finanziatori e l’unico concetto che ha ben chiaro è l’austerity. Spera nell’arrivo di due gruppi cinesi che dovrebbero rilevare il 20 per cento della società. Il primo, trovato dallo stesso Thohir, è il Suning Commerce Group, che già detiene una quota dello Jiangsu. L’indonesiano spera inoltre di tenersi anche Moratti che, nel frattempo, favorirebbe un altro gruppo cinese».
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Inter, ennesima rifondazione obbligata. Tutto questo perché…
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(corsera)
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