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Garlando: “L’Inter con Eriksen si avvicina alla Juve. Il mercato ha rimediato a due lacune”

L'analisi del giornalista

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, noto giornalista, ha analizzato così il mercato operato dall'Inter nella sessione invernale: "Tra le tre che ragionano di scudetto, l’Inter è quella che ha comprato meglio. La squadra di Conte, protagonista di una sorprendente prima parte di stagione, ha mostrato due limiti. Prima: difficoltà di tenuta. L’implosione di Dortmund è diventata proverbiale: l’impossibilità di dar seguito all’ottimo primo tempo, per la stanchezza di titolari insostituibili e per la mancanza di valide alternative in panca. E’ la famosa coperta corta denunciata dal furibondo Conte di Dortmund, resa ancora più corta da infortuni eccellenti (Sensi, Barella). Tanti punti sfumati in rimonta (altrui) si spiegano così. Seconda lacuna: difficoltà ad aggredire squadre arroccate dietro. L’Inter di Lukaku e Lautaro è stata più bella in trasferta che in casa, cioè quando ha potuto scatenarsi in spazi aperti. Perché? Perché non è arrivato in estate l’incursore di gamba e di gol che aspettava Conte (Vidal) e perché la qualità della produzione di fascia è stata in media al di sotto del minimo sindacale. In due parole: rifinitura scarsa. Pochi passaggi filtranti, pochi cross illuminati.

Gli acquisti

Il mercato invernale ha posto rimedio alle due lacune. Eriksen, Young e Moses, aggiunti ai recuperati Sensi e Barella, hanno allungato la coperta di Conte, che per costituzione tattica, richiede sempre la massima intensità, con o senza palla, e ha quindi bisogno di ricambi all’altezza per mantenere ritmi ossessivi nel pressing e nell’offensiva. Agli esterni a tutta fascia, soprattutto, Antonio chiede tantissimo. Ora la batteria laterale è ricca e all’altezza. Moses e Young aiutano a sanare anche la seconda lacuna, con la qualità dei cross. L’ex United ha debuttato con un assist a Lautaro. Ma il vero antidoto contro le difese chiuse è Christian Eriksen, fiore all’occhiello della campagna nerazzurra e di tutta la sessione invernale. Conte ora ha un ponte di velluto per le punte, uno che sa imbucare un assist anche in un vagone affollato della metrò di Tokyo, uno che aiuterà la costruzione di Brozo e farà fruttare le corse in fascia. Punizioni a parte. Eriksen non ha la bacheca e il carisma di Ronaldo, ma ha il potere di far crescere tutti i compagni che gli girano attorno, perciò l’Inter di Christian oggi è più vicina alla Juve di Cristiano. Al mercato nerazzurro è mancata la ciliegina, anzi, la ciliegiona: un attaccante muscolare (Llorente, Giroud...), in grado di sostituire Lukaku condannato ora all’eternità di campo e alla salute perpetua. Sanchez ed Esposito possono recitare da Lautaro, ma chi riempie l’area e il cielo come fa Big Rom?".

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