FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

ultimora

Sacchi: “Inter da titolo, squadra di eroi al servizio di Conte. Contropiede? Il mio Milan…”

Le parole di Sacchi alla Gazzetta

Matteo Pifferi

Lunga intervista concessa da Arrigo Sacchi alla Gazzetta dello Sport. L'ex allenatore del Milan e CT della Nazionale ha parlato di Conte e Gasperini in vista di Inter-Atalanta:

«Conte e Gasperini sono uniti dalla grande passione e dallo stesso intento nobile: vincere con merito. Per questo dobbiamo ringraziarli. Il loro calcio è un messaggio etico. Senza dimenticare le società. Non c’è grande squadra senza grande società».

Parliamone.

«I Percassi sono competenti e persone per bene. L’empatia tra club, squadra e tifosi è unica. Ricordo una partita contro la Roma, c’era un’atmosfera da pelle d’oca. Tipo Liverpool. L’Inter ha il vantaggio di una lunga tradizione vincente. La storia conta. Marotta ha fatto fare un salto in avanti al club. Conte un altro, con un primo messaggio fondamentale».

Quale?

«Ha scelto un’idea tecnica ed etica di squadra e i giocatori funzionali all’idea, pesando passione, motivazioni, impegno. Ha rinunciato con coraggio a 3-4 giocatori, anche notevoli, come Icardi, ma così ha spedito un messaggio chiaro alla squadra: tutti dovranno essere eroi. Nel senso dello scrittore francese Rolland: eroe è colui che fa quel può. Chi dà tutto quello che ha. Oggi l’Inter è una squadra di eroi al servizio di Conte».

E Gasp ha i suoi.

«Certo. Prendiamo Ilicic. Si sapeva che fosse un giocatore delizioso, ma non aveva continuità. Adesso l’ha trovata. Perché? Perché si trova al centro di una sinergia positiva, contagiosa e anche lui è portato a dare il massimo sempre, a essere eroe in ogni momento della partita. Perché i veri campioni giocano con e per la squadra, a tutto campo e a tutto tempo. Conte e Gasperini sono ottimi educatori di gioco e di giocatori».

Di gioco.

«Andai a seguire un allenamento di Conte alla Juve. Pogba era rimasto troppo indietro rispetto a Tevez che gli veniva incontro. Troppo basso anche Asamoah che doveva ricevere da Pogba. Conte fermò l’esercizio e corresse. Molti allenatori hanno buone idee, ma pochi che hanno la sensibilità per insegnarle e per ritoccarle nei minimi particolari. In questo Conte è maestro. Se ha cambiato l’Inter così in fretta è proprio per questa sensibilità. Serve ossessione. Antonio ce l’ha».

A naso, anche Gasperini.

«Certo. Il vero segreto dell’Atalanta è il perfetto tempismo con cui fa scattare ogni meccanismo: il pressing, l’inserimento degli esterni... Ognuno fa la cosa giusta al momento giusto. Anche questo è frutto di un’ossessiva messa a punto. Gian Piero ha il vantaggio di un paio di anni di insegnamento. Ricordiamoci però i Conti, Caldara, Gagliardini, Kessie, Cristante... che sono partiti. Se, pur cambiando così tanto, l’Atalanta ha sempre mantenuto un’alta qualità di gioco, vuol dire che Gasperini sa insegnare in fretta e bene. E se una squadra senza fuoriclasse, pur perdendo Zapata, ha fatto più gol di tutte , significa che quel gioco vale. Non contano solo i giocatori».

Educatori di giocatori.

«Lukaku sembra un altro rispetto all’inizio della stagione. Ma anche Lautaro è migliorato tantissimo. Solo Conte avrebbe potuto ottenere dall’Inter ciò che ha ottenuto in così breve tempo. Devo ricredermi su Pasalic. È maturato. Come Gosens. Lo dicevo: in questi anni Gasperini ha avuto diversi giocatori nuovi e mai galattici. Li ha fatti crescere tutti».

Gli esterni di Gasperini incidono molto di più. Quelli di Conte non attaccano l’area allo stesso modo.

«Questione di tempo di lavoro. Gasperini ne ha avuto di più e oggi i meccanismi di inserimento dei terzini sono perfetti. Conte ha aperto il cantiere da poco. Ci arriverà».

Difesa a 3 che a lei non piace e non piaceva all’Inter quando c’era Gasperini. Ora Conte l’ha portata in testa alla classifica.

«Non la rifiuto per dogma. Non mi piace vedere tre difensori per un attaccante, oggi non si può più avere un difensore in più degli attaccanti e toglierlo alla costruzione. I difensori dell’Atalanta partecipano alla manovra. I tre dietro non sono fissi a uomo, si scambiano gli attaccanti, a zona. L’Atalanta fa sistema puro. Gasperini si è evoluto negli anni, perché ha potuto insegnare tanto. Ma innovazione e coraggio non bastano. Sono le conoscenze che ti danno sicurezza e tempi giusti. Per questo l’Atalanta ha raggiunto il suo top, mentre l’Inter di Conte deve ancora arrivarci. Ma De Vrij aiuta l’impostazione, Bastoni si inserisce e corre in avanti».

Anche dal pressing si capisce che Gasp ha avuto più tempo per lavorare.

«Vero. Candreva, per esempio, che è legato a un calcio più tradizionale, spesso arretra a palla persa, mentre magari Biraghi resta alto e pressa sinistra. E così l’avversario pressato trova una via d’uscita. Il pressing dell’Atalanta, dopo anni, è più istintivo e scientifico. L’ho vista col Sassuolo. L’ultimo difensore nerazzurro stava nella metà campo avversaria. Ma, ripeto, è solo questione di tempo. Conte ha già fatto tantissimo. Il pressing è l’ultima cosa da rifinire».

Comunque non possiamo dire che l’Inter sia squadra da contropiede.

«No. E tanto meno l’Atalanta. Inter e Atalanta sono squadre moderne, hanno cioè undici uomini sempre attivi e connessi, collegati dal filo roso di un gioco offensivo. Qualcuno dice che anche il mio Milan fosse difesa e contropiede. Noi semmai abbiamo inventato il contropiede corto, perché eravamo sempre in attacco a pressare. Ricordo un Bayern-Milan a Monaco. All’andata avevamo vinto. Invece di aspettare e ripartire, dopo il primo tempo il bilancio dei tiri in porta era di 11-1 per noi. Ecco, sul piano della mentalità, l’Inter deve crescere».

Cioè?

«A Napoli l’Inter ha preso gol perché si è abbassata e attirato il nemico in area. Un rischio. Dalle mie parti dicono: se c’è il becchino in casa, vuol dire che c’è il morto. I due 5-0 dell’Atalanta dimostrano che non si ferma mai, come succede in Spagna e Inghilterra. L’Atalanta è la squadra più internazionale che abbiamo. Da noi sento polemiche assurde: l’Atalanta doveva fermarsi... Lo spettacolo va sempre onorato. Quando vincemmo la prima Coppa Campioni, tutti si stupirono che una squadra italiana attaccasse la Steaua anche sul 3-0. L’Equipe scrisse: “Usciti da un altro mondo”. Anche l’Atalanta sembra uscita da un altro mondo».

Inter da scudetto?

«Se la giocherà fino in fondo. La Juve? Ha due strade. Comprare altri 8-10 fuoriclasse e sperare che trovino l’intesa. Io al Real avevo Beckham, Raul, Ronaldo, Figo, Zidane... Oppure crescere con una forte idea di gioco, anche con giocatori come Angelo Colombo o Filippo Galli. Domenica non l’ho vista, ma Sarri finora ha fatto fatica».

Sabato cosa mi aspetta?

«Che l’Atalanta aggredisca l’Inter. È il suo bello: fare il suo gioco ovunque e comunque. Sarà una grande partita. Infatti atterrerò a Malpensa e volerò a San Siro. Non me la perdo».

tutte le notizie di