Si immaginava che sarebbe potuto arrivare tanto lontano?
“Quando l’avevo conosciuto mi aveva impressionato il suo livello tecnico, in relazione alla sua struttura fisica. Ha qualità di atleti molto più dinamici, di un passo molto più corto rispetto alla sua altezza. Il suo sinistro è davvero importante. Sapevo che avrebbe potuto giocare tra i professionisti per tecnica, il suo sinistro, velocità, leadership: tanto che da noi era stato spesso capitano dellesquadre in cui ha militato”.
Prima di arrivare al Talleres giocava da centrocampista.
“Esattamente, non era un difensore centrale, né un braccetto sinistro. Ma proprio grazie al suo livello tecnico è stato spostato lì, per iniziare correttamente lo sviluppo del gioco dalla difesa. Per il Talleres questa era una caratteristica importante: è stato formato per mostrare quello che adesso sta facendo vedere”.
Nonostante giochi in difesa, non si fa problemi a cercare il dribbling.
“Per lui è una cosa normale. Ha estrema fiducia in se stesso e nelle sue caratteristiche. Utilizza alla perfezione il corpo, ha davvero le doti per essere un grandissimo braccetto di sinistra”.
L’Inter l’ha comprato come vice Bastoni.
“Lo vedo abbastanza simile, come caratteristiche, al difensore italiano. Ma Palacios possiede anche qualità da laterale mancino”.
Potrà diventare un top al mondo?
“Per prima cosa dobbiamo vedere come si adatterà alla Serie A. Lui però è uno che ha sempre bruciato le tappe. Se l’ha fatto una volta, potrà farlo di nuovo. E così arrivare anche nella nazionale dell’Argentina”.
Sarà orgoglioso di lui.
“Assolutamente. Palacios deve essere un esempio, una motivazione per il futuro. Ha mosso il primo passo arrivando in uno dei migliori club del mondo come l’Inter. I ragazzi del Talleres lo devono prendere come un referente, qualcuno di cui seguire le orme”.
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