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Nella partita di Trieste l’Inter ha pienamente confermato di avere personalità e intraprendenza; dopo aver disputato un'ottima prima frazione di gioco, rischiando molto poco, anche se nella parte finale si è leggermente afflosciata e, nel secondo tempo, dopo un avvio senza particolari squilli, con Icardi in aggiunta a Belfodil per dare più forza all’attacco, ha costantemente attaccato. La ricerca del gol è avvenuta attraverso azioni costruite, pensate, volute, mai casuali. È proprio in questa fase che si è visto che la squadra sta attraversando una fase di crescita e manca il killer instinct, quello che aveva ai tempi di Mourinho. Ma è un atteggiamento comprensibile, per un gruppo che Mazzarri ha cambiato nella concezione, se non negli interpreti; che si affida ai giovani; che ha fretta di crescere e che, proprio per questo, ogni tanto sbanda.
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